On Saturday, 19 February 2022 at 12:55:03 UTC+1, Ernest astaldi wrote:
> Prima perplessità: per creare un ologramma occorre un oggetto in 3D, illuminarlo col laser dividendo in due i fasci, ecc. Dopo riproiettando l'ologramma col laser rivedo il soggetto in 3D.
> Ma se si dice che la terza dimensione è un'ìllusione come si è formato l'ologramma che la riassume?
Occhio che è un'analogia. La terza dimensione non è un'illusione, ma il termine che si usa è invece "emergente", nel senso che tutta l'informazione fisica è compresa nelle prime due. Storicamente si tende ad assegnare l'ideazione del cosiddetto "Principio Olografico" a 't Hooft e Susskind, ma in realtà esso era già compreso nell'intuizione iniziale del grandissimo e compianto Jacob Bekenstein per cui l'entropia di un buco nero è proporzionale all'area del suo orizzonte degli eventi e non e non al volume sotto lo stesso. 't Hooft e Susskind tentarono (fallendo) di utilizzare l'idea originale di Bekenstein per risolvere il celeberrimo paradosso dell'informazione persa dal buco nero formulato da Hawking nel 1976. Qualcuno considera tutto ciò una sorta di "effetto speciale" per pubblicare articoli di ricerca sempre più speculativi e libri divulgativi dai titoli sempre più sensazionalistici. Va' però anche enfatizzato che questo tipo di analisi è anche una delle basi di tutta l'interessante fisica del
l'informazione che è apparsa negli ultimi anni. Prima ancora di Bekenstein fu John Wheeler a porre la famosa domanda "it from bit?", ossia: e se nel suo cuore l'Universo fosse non un insieme di particelle, forze e campi ma piuttosto un insieme di bit di informazione?
Received on Sat Feb 19 2022 - 17:17:48 CET
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