Re: Relatività. Barra che ruota.

From: Bruno Cocciaro <b.cocciaro_at_comeg.it>
Date: Tue, 5 Apr 2022 19:53:52 +0200

Il 02/04/2022 15:53, El Filibustero ha scritto:

> ... mi sembra *surreale* che l'omnidescrittiva Relativita' non abbia
> prescrizioni precise e certe sul comportamento in moto di quei di
> corpi che in quiete intendiamo rigidi, o perlomeno queste prescrizioni
> ti siano ignote, come sembrerebbe alludere il tuo uso dei verbi al
> condizionale. Ciao

Beh, a me non pare poi così surreale. La questione non è di semplice
soluzione. La RR descrive relazioni fra riferimenti inerziali in moto
relativo. Poi sappiamo che un certo corpo che sia in quiete in un dato
riferimento potrà, previa accelerazione seguita da decelerazione,
portarsi in quiete in un altro riferimento (per inciso, in relatività,
che questo sia possibile si dà implicitamente per scontato in quanto
avviene di continuo ogni volta che eseguiamo misure di lunghezza tramite
regoli; diamo per scontato che il regolo, una volta finita la fase di
accelerazione, torna "come prima"). Ma, che io sappia, la RR non dà
alcuna prescrizione sulle regole che dovrebbero valere durante la
accelerazione. Esiste la maniera di accelerare un'asta tramite la
accelerazione di Rindler che è un modo per accelerare un corpo senza
perturbarlo, cioè la maniera per portare da un riferimento a un altro un
cristallo fragilissimo che si romperebbe a seguito della minima
tensione. Però non c'è, che io sappia, una maniera comunemente accettata
per dire cosa dovrebbe accadere anche solo a un'asta messa in
accelerazione lungo la direzione dell'asta da una forza applicata a un
suo estremo (di sicuro, ferma restando la direzione della forza,
dovrebbe essere diversa la fase di accelerazione se la forza viene
applicata su un estremo o sull'altro), nell'ipotesi che l'asta sia
"perfettamente rigida" dando alla parola "rigidità" il significato che
viene comunemente dato. Significato che immagino si possa riassumere in:
applicando forze opposte, di intensità F, ai due estremi di un'asta la
stessa rimane ferma nel riferimento in cui era prima dell'applicazione
delle forze e i due estremi si avvicinano di d. Il rapporto F/d dà una
misura della rigidità del materiale. Un materiale si intende
perfettamente rigido se d=0 per ogni F.
La accelerazione dell'asta perfettamente rigida lungo la sua direzione
credo che potrebbe trovare una soluzione comunemente accettata, ma il
problema dell'asta in rotazione attorno al suo centro a me pare
decisamente più ostico. Stessa storia per la rotazione del disco rigido.

Permane comunque il fatto che, riprendendo quanto dicevo nel post
mandato poco fa in rispesta a Elio Fabri, un disco di acciaio e un disco
di gomma si possono mettere in rotazione attorno ai loro centri a
velocità angolare w molto piccola. E, una volta raggiunta la w, a me
pare che, per w sufficientemente piccola, i due dischi si debbano
comportare alla stessa maniera. Solo che non saprei dire quale dovrebbe
essere quella maniera. Mi pare però che si debba concordare nel dire
che, nel riferimento di quiete, entrambi dovrebbero essere contenuti
all'interno di un disco di raggio r*Sqrt[1-(wr/c)^2] essendo r il raggio
dei dischi non in rotazione.

Bruno Cocciaro.

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Received on Tue Apr 05 2022 - 19:53:52 CEST

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