Re: Relatività. Barra che ruota.

From: Bruno Cocciaro <b.cocciaro_at_comeg.it>
Date: Sat, 9 Apr 2022 17:52:54 +0200

Il 09/04/2022 11:14, Giorgio Pastore ha scritto:
> Il 08/04/22 20:18, Bruno Cocciaro ha scritto:

>> Meglio, ritengo che, così come in meccanica classica si dà una
>> definizione chiara di corpo rigido, se ne dovrebbe dare un'altra,
>> altrettanto chiara, anche in relatività.
>
> Perché? Perché ritieni che serva in RR un concetto che estenda in
> qualche modo la def di corpo rigido della macc. classica?

Beh, direi di ritenerlo per lo stesso motivo che in meccanica classica
si ritiene opportuno dare una definizione di corpo rigido. O, almeno,
per il motivo che io immagino si sia ritenuto opportuno definire un
corpo rigido in meccanica classica. E quel motivo io ritengo sia che
esistono corpi reali che vengono sufficientemente ben descritti da un
modello che assume che, durante i loro movimenti, la distanza fra due
punti qualsiasi di quei corpi si mantenga costante.
Rimanendo sempre in ambito di meccanica classica, i modelli sono
interessanti per quel motivo, anche se sappiamo che corpi perfettamente
rigidi non possono esistere. Immagino che si possano definire costanti
associabili a dei materiali (non so quale nome possano avere, che so,
mettiamo costante di rigidità, definita, poniamo, come il rapporto fra
l'intensità delle due forze agli estremi di un'asta e l'accorciamento
della stessa asta) che potrebbero dare una misura della loro "rigidità",
essendo perfettamente rigidi i corpi (teorici) che hanno infinito il
valore di questa costante di rigidità (se esiste e se si chiama così).

Con l'avvento della relatività si prende coscienza del fatto che la
lunghezza di un'asta in movimento non è definibile se non
convenzionalmente, permane il fatto che le aste in movimento esistono,
che sappiamo che tali aste "appaiono contratte (in sincronizzazione
standard)" e che questa "contrazione apparente" non ha niente a che fare
con la rigidità dei corpi, sappiamo cioè che è un "effetto" puramente
cinematico. Sappiamo anche che un regolo fermo in K, portato poi fermo
in un altro riferimento K', manterrà inalterata la propria lunghezza
(più che saperlo direi che lo assumiamo, comunque sperimentalmente
controlliamo che tutti i regoli che avevano uguale lunghezza in K
avranno poi ancora uguale lunhghezza in K'). Siccome, nel passare da K a
K', il regolo potrà anche avere (teoricamente) una costante di rigidità
infinità, ma non potrà di sicuro sfuggire agli effetti cinematici delle
cosiddette "contrazioni" (non potrà "contrarsi" istantaneamente), a me
pare che si imponga la domanda:
"Cosa succede in un regolo "teorico", perfettamente rigido (nel senso
della meccanica classica, cioè che la costante di rigidità del materiale
di cui è costituito è infinita), mentre passa da essere fermo in K a
essere fermo in K'"?

>> .... cioè ciascuno di quei punti si sta muovendo a velocità c verso la
>> posizione che gli compete. Essendo punti che si muovono a velocità c ...
>
> Come fab=nno punti di una sistema materiale (quidndi particelle dotate
> di massa a muoversi con velocità c?
>
> Temo che su questa base non ci sia modo di dare una definzione che abbia
> qualcosa a che vedere col mondo reale.

beh, sottolineavo che il modello vorrebbe descrivere un'asta rigida
"teorica". Poi le aste reali avranno v_sign e v_stop minori di c.
Come i corpi rigidi teorici della meccanica classica ai quali i corpi
reali si potranno tanto più approssimare quanto più la loro costante di
rigidità è grande. In questo caso tanto più v_sign e v_stop si
avvicinano a c tanto più il comportamente delle aste si avvicinerà al
comportamento delle aste teoriche perfettamente rigide.

> Giorgio

Ciao,
Bruno Cocciaro.

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Received on Sat Apr 09 2022 - 17:52:54 CEST

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