Re: Lettera aperta di uno studente di fisica

From: Giorgio Pastore <pastgio_at_univ.trieste.it>
Date: Mon, 09 Jul 2001 23:05:40 +0000

Aleph wrote:
>
> Aiutatemi in questo personale enorme dubbio, per favore... Come fa un povero
> studente di fisica a scegliere tra un indirizzo sperimentale ed uno
> teorico?!

Suggerimento breve: informati su cosa fanno i teorici e gli sperimentali
del TUO corso di laurea e lascia stare le idee a priori su cosa puo'
essere o non essere la fisica sperimentale o teorica. Parla con quanta
piu' gente possibile e guardati in giro a 360 gradi.

Discorso piu' articolato:
La tua distinzione tra fisica teorica e sperimentale e' per forza di
cose ipersemplificata e quello che dici del rapporto tra teoria ed
esperimento non ha riscontro nella mia esperienza lavorativa. O meglio,
lavorando in un dipartimento di fisica teorica, capisco cosa vuoi dire con
>
> In cuor mio vedo la fisica teorica come la Vera fisica, se cos� di pu� dire,
> nel senso che il suo scopo � quello di spiegare il perch� del perch� delle
> cose! Un'esperimento pu� mostrare nuovi fenomeni, creare materia per lo
> studio, ma in fondo un'esperimento "mostra"; oppure "convalida" una teoria
> che tenta di spiegare qualcosa (che probabilmente un altro esperimento
> precedentemente aveva portato all'attenzione dei ricercatori). Ma a muovere
> lo sperimentatore c'� comunque l'analisi teorica (non si pu� andare a caso)
> che risulta essere colei che realmente muove i fili della ricerca,...

pero' penso questo e' il tipico atteggiamente da "teorico puro" che non
ha mai parlato con uno sperimentale. Una torre d' avorio sulla torre d'
avorio :-)
Siccome il mondo ha una certa simmetria, ci sono anche sperimentali che
pensano che l' unico progresso dell' umana conoscenza discenda dal
lavoro sperimentale e che i teorici sono "a servizio" degli esperimenti
per fornire modelli in grado di riassumerli e spiegarli ma assolutamente
in modo subordinato.

Al solito le cose non sone ne' bianche ne' nere. Anzi mai come in questo
caso, ci sono tutti i colori dell' arcobaleno. Ci sono si' i teorici
"duri-ma-cosi'-duri-che-anche-i-matematici-impallidiscono". Ci sono i
teorici di tipo "fenomenologi": esseri bi- o pluri- lingui in grado di
parlare coi teorici duri ma anche di capire e farsi capire dagli
sperimentali. Ci sono sperimentali in grado di seguire il ciclo
completo: dalla teoria all' esperimento al modello alla teoria. Ci sono
sperimentali "macchinisti": maghi dell' elettronica o del software all'
interno di progetti estremamente articolati. Ci sono sperimentali
"creativi" in grado di stare per anni dietro ad esperimenti di dubbia
riuscita perseverando anche contro l' evidenza nell' affinamento di
tecniche di misura che poi si rivelano utilissime. Ci sono i "lupi
solitari" (spesso teorici ma anche sperimentali) ed i mega-progetti da
centinaia di persone. Ci sono anche i "computazionali": strani ibridi
che tutti ignorano ma che mettono su' esperimenti numerici con
metodologie "sperimentali" utilizzando strumenti da teorico....

E la lista potrebbe continuare. Cosi' la domanda teorico o sperimentale
diviene un po' troppo semplice. Quale teorico o quale sperimentale .. o
altro ?
E in che campo ?

L' unica strada semplice per farsi un' idea di tutto cio' e' quello che
dicevo all' inizio: parlare con quanta piu' gente possibile per
verificare le proprie idee con esperienze di prima mano. Senza preconcetti.

Il motivo per insistere sul fatto di parlare con persone del TUO corso
di laurea e' che ha poco senso sapere che all' MIT si fa un' ottima
ricerca sperimentale sul sistema XY. Se sei in grado di andare li' a
fare la tesi OK, altrimenti ti conviene partire dal concreto del lavoro
e delle tipologie di ricerca su cui lavorano le persone a cui potresti
chiedere una tesi tra non molto.

> E a proposito del lavoro di "un giorno
> che verr�" non posso non pensare a quanto varr� una laurea teorica o
> sperimentale nel mondo del lavoro, fuori dalla ricerca che vedo sempre pi�
> lontana dalla mia portata.

Dipende da quale lavoro. All' ordine zero quello che conta non e'
quello che hai fatto di specifico ma quello che hai imparato in generale
come metodologia concreta per affrontare problemi.

> Gi�, perch� ci si mette ovviamente anche la valutazione di me stesso a
> complicare le cose. Non riesco a valutare se io possa essere all'altezza di
> studi teorici ...

Tieni presente che tra studiare per i corsi e far ricerca c'e' una
grande differenza. Nella mia esperienza non c'e' una relazione diretta
tra esser brillanti studenti e brillanti ricercatori.
Si puo' essere l' uno, l' altro, entrambi o nessuno dei due.

Comunque non lo saprai finche' non avrai la possibilita' di provare.
Gia' il lavoro di tesi ti dara' una idea piu' precisa della differenza.
Ti converra' ripensarci dopo.
Received on Tue Jul 10 2001 - 01:05:40 CEST

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