Re: Re Re: Siamo in un buco nero?
Paolo Russo <paolrus_at_libero.it> wrote in message
1381.579T1651T14242055paolrus_at_libero.it...
> [Francesco Alf�:]
> >Ho impiegato molto tempo per capire,
> >per capire quello che ritengo sia la verit�;
> >e che tale verit� semplifica e risolve quella che era
> >la nostra distorta visione dell'Universo.
>
> Se le cose stessero come dici, un osservatore vedrebbe il
> treno schiantarsi contro il tetto di una galleria alto solo
> 200000 Km e un altro no.
Ciao Paolo Russo.
L'esercizio mentale del "Treno di Einstein" che avevamo supposto
indicava un treno alto 300.000 Km che correva alla velocit�
di 260.000 km/sec.; e due osservatori, uno sul treno e uno a terra
che compivano osservazioni e misurazioni.
Ora tu fai entrare in gioco anche una galleria
alta 200.000 Km., e impossibile da attraversare
per il treno di cui sopra.
Non ci avevo mai pensato.
Vediamo un po' quale potrebbe essere la soluzione.
Quando il treno � fermo entrambi gli osservatori giudicano
impossibile attraversare la galleria, essendo questa
pi� bassa del treno; mentre quando il treno � in movimento
alla velocit� di 260.000 Km/sec. le opinioni dei due
osservatori diventano differenti e contraddittorie.
L'osservatore sul treno non trova
alcuna differenza di proporzioni nelle grandezze
delle cose, sia interne che esterne al treno,
e sia quando questo era fermo che durante il moto,
quindi per lui il treno sar� sempre pi� alto della galleria
e non potr� quindi attraversarla senza evitare uno schianto.
L'osservatore che sta fermo vede invece che il treno
si contrae durante il moto diventando, a quella velocit�,
la met� (in lunghezza, in larghezza e in altezza)
rispetto a quanto era fermo sui binari.
Ed essendosi in tale modo contratto del 50%
(bisognerebbe anche ridimensionare la larghezza dei binari
per adattarli alla contrazione dell'inter'asse delle ruote)
(ricordo di aver letto che anche nella costruzione degli
acceleratori di particelle si tiene conto degli effetti
relativistici dovuti alle enormi velocit� raggiunte)
potrebbe ora passare agevolmente sotto la galleria
che relativamente a lui si trova ad essere pi� alta del treno.
Tu fai notare giustamente che tra i due osservatori
sopravviene questa vera contraddizione.
Ma in Relativit� le contraddizioni non mancono mai.
Non dimenticare che anche gli orologi
entrano in contraddizione, segnando tempi differenti.
E questa realt� l'abbiamo gi� provata e accettata.
Mi chiedo: se abbiamo gi� accettato senza esitare
la contraddizione sullo scorrere del Tempo,
perch� esitiamo ad accettare o rigettiamo quella sullo Spazio?
>A me sembra che a questo punto le
> cose diventerebbero MOLTO complicate.
Non posso essere d'accordo con te. Assolutamente, no!
Fra poco torner� su questo punto.
Ad ogni modo dobbiamo tenere presente che
il nostro esempio del treno che corre a velocit� relativistiche
ci � servito per comprendere (anche) come la velocit�
della Luce non sia assoluta, e acquisti valori differenti
con differenti velocit� o intensit� gravitazionali.
Per� in realt� se un treno (o una massa qualsiasi) potesse correre
a quella velocit� ipotizzata, verrebbe schiacciato, durante la
contrazione di s� medesimo, dalla Forza Gravitazionale autogenerantesi,
facendo svanire come nebbia al Sole la contraddizione di cui prima.
Possiamo anche affermare che nessuna massa pu� muoversi
a velocit� relativistiche senza rischiare l'autodistruzione.
Ogni osservatore
> vivrebbe in una realta` tutta sua. Anzi, anche gli osservati
> che esistono solo nella sua realta` creerebbero tante
> sotto-realta` in continuazione.
> Se ti sembra semplice...
Si! Mi sembra veramente semplice, e ti dico perch�,
perch� lo viviamo tutti i giorni e non ci facciamo caso.
Ora hai perfettamente azzeccato come stanno le cose.
Ed � la cosa pi� semplice e naturale che possa esistere:
se io sto tranguillo a casa mia l'orologio segna il tempo che segna
e l'Ipersfera Universo � grande quella che �, e la cosa
vale per tutti quelli che stiamo tranguilli a casa nostra.
Se io salgo in automobile e vado a 100 Km all'ora
il mio orologio rallenta il suo ritmo di qualche milllesimo
di miliardesimo di secondo, e il diametro dell'Ipersfera Universo
si contrae per me della stessa proporzione del Tempo,
e la cosa vale per tutti quelli che viaggiano a 100 all'ora.
Se io salgo su un aereo e volo a 1200 Km orari
il mio orologio rallenta di una parte su sei miliardi
e l'Ipersfera Universo relativamente a me si contrae della
stessa proporzione del rallentamento del Tempo,
e quest'altra cosa vale per tutti quelli che viaggiano in aereo,
assieme a me o per i fatti propri, a quella medesima velocit�.
Queste cose sono cose di tutti i giorni,
nessuno ci fa caso, e tutti ci siamo abituati.
Ognuno di noi o sta tranguillo a casa,
o viaggia in auto, o viaggia in aereo, o altro,
e per ognuno il Tempo scorre in maniera
microscopicamente diversa;
come microscopicamente diverso risulter� di conseguenza
il diametro dell'Ipersfera Universo.
Ma questo non vuol dire che ognuno di noi vive
Universi diversi e paralleli.
Ma se tu credi puoi anche chiamarli cos�.
> Io gli universi paralleli li potrei anche accettare (di fatto
> li accetto in altro contesto), ma solo se semplificano
> davvero qualcosa.
>
Non ci sono Universi paralleli che convivono.
L'Universo � sempre uno e uno solo.
E' un po' come se ognuno di noi guardasse la propria casa
da angolazioni diverse. Cambia l'aspetto, cambia la prospettiva,
mutano le immagini (interne o esterne), ma la casa � sempre quella.
Le differenze, ai nostri livelli di velocit� e di dislivelli
gravitazionali, sono cos� minime da essere impercettibili
ai nostri sensi. Cos� come non notiamo le microscopiche
oscillazioni dei ritmi dell'orologio, allo stesso modo,
e anzi a maggior ragione,
non possiamo notare differenze nelle grandezze fisiche
di qualsivoglia oggetto o dell'Ipersfera Universo.
> >forse ti ha fatto leggermente (indignare?),
>
> No, seguo il ng da poco e proprio non avevo seguito la
> discussione dall'inizio. Non avevo capito cosa intendevi.
> Anche adesso, rileggendo qualche tuo vecchio post, non
> posso proprio dire di capirci qualcosa.
>
Mi duole sentirti dire cos�.
Forse hai letto in fretta, o senza prestare l'attenzione dovuta.
Eppure io parlo con parole semplici e in lingua italiana.
A mio parere siamo al massimo della semplicit�:
non abbiamo bisogno di un principio assoluto, non occorre una fine,
diventa superflua la ricerca della massa mancante,
il Tempo si spiega e si dispiega, accelera e rallenta,
appare e svanisce in tutta semplicit�, cos� come la Materia,
la Carica Elettrica e lo Spazio tridimensionale.
Mentre il tutto si riduce a una Unit�: la Forza Ipergravitazionale
a intensit� infinita dentro un Nulla senza confini,
la quale, come nell'esempio della casa che dicevamo prima,
al cambiare della prospettiva, (nel caso dell'Universo,
al cambiare dell'intensit� della Forza Gravitazionale)
appare o come Singolarit�, o come Universo di Materia
e Spaziotempo, nelle sue varie gradazioni di densit�.
Inspiegabile sarebbe e rimane invece, nell'ipotesi
del Big Bang come evento avvenuto in maniera assoluta,
quale Forza ignota, contraria e superiore spuntata all'improvviso
e da chiss� dove avrebbe potuto e saputo vincere
la gi� Infinita Forza Gravitazionale della Singolarit�,
unica realt� presente, e costringerla cos� ad espandersi?
> >Per provare che io non dico delle idiozie, c'� da fare
> >quel semplice esperimento che ribatto sempre:
> >misurare la velocit� della Luce dentro un aereo in volo,
> >oppure misurarla sulla superfice della Luna.
>
> Non pensi che, se la gravita` influenzasse c, a quest'ora
> i satelliti GPS se ne sarebbero accorti? La tua
> teoria che valore di c prevederebbe da quelle parti?
>
> Ciao
> Paolo Russo
Non mi sto ricordando quali sono i satelliti GPS.
Immagino saranno satelliti artificiali con fini ben precisi
in orbita attorno alla nostra Terra.
Non so calcolare quale differenza potrebbe rilevarsi,
in orbita, sul valore della velocit� della Luce.
Questo � lavoro per gli specialisti dell'Astrofisica,
abili nel "giocare" con formule ed equazioni.
Io fino ad oggi mi sono limitato a scrutare l'Universo
o attraverso gli oculari dei miei due telescopi,
o attraverso le immagini suggeritemi dalla mia mente.
Bisognerebbe una volta per tutte farle queste misurazioni.
Ma sono convinto che nessuno ha mai pensato di mettere
a bordo di un velivolo gli strumenti adatti a compierle.
Non pensi anche tu che sarebbe ora di farlo?
Ti saluto.
Francesco Alf�
Stazione Astronomica di Vittoria-sud
contrada Cappellaris
Received on Thu Jul 05 2001 - 16:57:27 CEST
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