Re: frase dal libro di Boniolo

From: Paolo B. <paolobe_at_videobank.it>
Date: Sun, 13 Jun 2001 10:51:04 GMT

On Tue, 15 May 2001 17:38:37 GMT, a.francinelli_at_libero.it (Andrea
Francinelli) wrote:



>Si parla del significato da attribuire al quadrato
>del modulo
>della funzione d'onda e si fa riferimento
>ad una frase di Bell, secondo
>cui "il quadrato del
>modulo della funzione d'onda rappresenta una densita'
>di probabilita' [...] di trovare l'elettrone nel punto
>in esame se viene
>eseguita una misura di posizione".

>"[...] questo e' il solo modo non contraddittorio
>di intendere
>la probabilita' quantistica: se si leggesse
>questa probabilita' come
>riferentesi a proprieta'
>"oggettivamente possedute" (essere in una certa
>posizione,
>attraversare una certa fenditura, avere una precisa
>componente di spin) allora si dovrebbe passare dalla
>descrizione a stato
>puro a quella di miscela statistica".

>Perche' questa necessita'? Come e'
>da intendersi la frase?

>Poi prosegue: "Ma le implicazioni fisiche delle
>due
>risultano inconciliabili".

>Anche qui, perche? Se fa riferimento

>Il fatto di
>usarlo e' solo che non possiamo pensare di
>scrivere e risolvere un numero
>di Avogadro di equazioni
>differenziali, ma questa e' solo una difficolta'
>pratica

Questo vale nel caso di meccanica statistica classica; in questo caso
usiamo la statistica in quanto sarebbe praticamente impossibile (ma
teoricamente possibile) scrivere e risolvere un grandissimo numero di
equazioni differenziali, ma in linea teorica se fossero note le
condizioni iniziali di ogni particella si potrebbe calcolare lo stato
del sistema in qualsiasi istante di tempo dal sistemone di equazioni
differenziali.
Nel caso della meccanica quantistica, invece, l'impossibilita' nasce a
priori; anche fossero note le condizioni iniziali di ogni particella
(ma il discorso vale pure per una singola particella) si otterrebbe
comunque un risultato in termini di probabilita', nel senso che la
probabilita' di trovare xxx eseguendo una misura sarebbe yyy, inoltre
neppure le condizioni iniziali possono essere fissate con precisione
assoluta per tutti i parametri ma solo per alcuni o con precisione
piu' ampia di un certo limite per certe coppie di parametri.

Quindi in meccanica statistica classica usiamo le probabilita' solo
per evitare di dover risolvere un sistemone immenso di equazioni ma
ogni particella POSSIEDE ben precisi valori di posizione ed impulso
(ed altro, usiamo solo posizione - impulso per semplicita'), cioe' una
data particella, in un certo istante di tempo, E' in un preciso punto;
in meccanica quantistica, invece, usiamo le probabilita' come
CARATTERISTICA della natura, una certa particella in un dato istante
di tempo NON HA UNA POSIZIONE ED UN IMPULSO ma possiamo dire con quali
probabilita' una misura darebbe un certo risultato.

Le due cose sono inconciliabili anche come risultati di esperimenti,
ti faccio un esempio. Prendi il classico caso di un fascio di
particelle e le due fenditure. Se il ricorso alla statistica fosse
necessario solo nel senso della mecc. class. allora non ci sarebbero
fenomeni di interferenza, in quanto ogni particella passerebbe DA UNA
SOLA fenditura e noi non conosceremmo da quale delle due passa solo
per la nostra incapacita' di scrivere il famoso sistemone di equazioni
differenziali e condizioni iniziali. I fenomeni di interferenza invece
ci sono e sono perfettamente compatibili con le previsioni teoriche
della meccanica quantistica e cio' dimostra che ogni particella passa
contemporaneamente da ambedue le fenditure, cosa inconcepibile in
meccanica classica. Sul come passi o sul fatto che passi la particella
o solo la sua funzione d'onda da entrambe le fenditure, poi, e'
questione di interpretazione; il fatto e' che i risultati danno
ragione alla mecc. quant.


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Received on Wed Jun 13 2001 - 12:51:04 CEST

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