Re: prima dell' esame di istituzioni...

From: Giorgio Pastore <pastgio_at_univ.trieste.it>
Date: Tue, 05 Jun 2001 00:45:06 +0000

Carlo wrote:
>
> Mi sono iscritto oggi al newsgroup, � ho avuto il dispiacere di accorgermi
> che il clima che si respira � molto simile a quello della mia facolt�
> (fisica):
...

Rispondo al tuo post su it.scienza.fisica e spero che i moderatori non
abbiano da obiettare se aggiungo una citazione da un tuo recente post su it.scienza.

Carlo wrote:
...
>... i problemi di una teoria risiedono nei suoi
> fondamenti: accettati i fondamenti, tutto scorre via pi� o meno senza
> intoppi; ma quando ti accorgi che i suoi fondamenti fanno acqua da tutte le
> parti (alludo all'interpretazione di Copenaghen della meccanica quantistica,
> sai vagamente cos' � ??) in tutto ci� che viene dopo ritrovi tutte quelle
> contraddizioni che avevi individuato nei fondamenti, e studiare in queste
> condizioni diventa davvero difficile, soprattutto quando i professori alle
> tue domande rispondono " E' cos� e basta" o qualcosa di simile.
...
> ...e non ho voglia di studiare cose che nessuno � in
> grado di spiegarmi, e rispetto alle quali ogni domanda viene
> sistematicamente aggirata con i vari "pensa a studiare", "capirai dopo",
> "ogni teoria alternativa � fallita" ecc. ecc.
>
...
> Credo che non condivido la meccanica quantistica cos� come viene spiegata in
> facolt� proprio perch� ho capito abbastanza bene almeno per sommi capi tutta
> la fisica fino ad Einstein e De Broglie, dopo i quali la fisica ha preso una
> strada che contraddice e rinnega tutta la sua storia precedente.

Carlo, mi rifaccio a queste tue frasi per cercare di riprendere il
discorso dall' inizio. Se ti interessa capire, e da quello che scrivi,
si potrebbe pensare di s�, credo che dovresti cercare di separare almeno
tre questioni diverse.

1) La questione legata alla comprensibilit� o validit� dell'
interpretazione della meccanica quantistica.

2) I problemi legati all' uso e limiti del formalismo.

3) Il prolema delle interazioni coi tuoi prof. sull' argomento.

Cominciamo da 3). Purtroppo succede spesso che lo studente fa domande
legittime e ottiene risposte indecenti. Puo' succedere dappertutto ma
siamo in Italia e l' universit� italiana non e' certamente tra le
migliori del mondo :-). Di libri sui mali dell' universita' italiana ce
ne sono tanti e, anche se conosco molti fisici che credono (sperano) di
vivere in un' isola felice (magari perche' si confrontano con colleghi
di giurisprudenza :-)) non direi che Fisica sia esente da problemi.
Puo' anche succedere, e qualche dubbio in questo senso lo fai venire coi
tuoi posts, che le risposte brusche dipendano dall' avvertire un
atteggiamento di chiusura mentale da parte dello studente.
Ovviamente non so quale delle situazione e' la tua. Cerco solo di dirti
come puo' essere vista la cosa dall' esterno.

2) Questo � il settore dove pi� si sofferma la didattica della MQ. In
gran parte non a torto. Se ci si dimentica che la MQ di Schroedinger,
Heisenberg, Jordan, Dirac etc. ha reso conto in modo *quantitativamente
accuratissimo* di un' enorme quantita' di fenomenologia inspiegabile in
altro modo, e gran parte della quale inesistente ai tempi dei "padri
fondatori", si rischia di prendere cantonate colossali in cui tutte le
strade "alternative" sono possibili.
Magari perche' ritenute "esteticamente" superiori. Salvo poi scoprire
che hanno potere predittivo prossimo a zero su semplici problemi
quantitativi (tipo spiegare la spettroscopia...).


Problema 1) : l' interpretazione pu� essere l' aspetto pi� delicato di
qualsiasi teoria. Qui occorre il massimo di apertura mentale, anche
perch� non � assolutamente semplice capire cosa si intenda per
interpretazione.
Se uno cerca un' interpretazione in grado di soddisfare il senso comune
meglio lasciar stare. La fisica, almeno da Galileo in poi e' stata una
sfida costante al senso comune.

Questo non vuol dire dover "credere" a quello che dicono i fisici
addormentando il senso critico. Piuttosto occorre capire quanto dei
nostri concetti della vita quotidiana puo' sopravvivere alla prova della
verifica operativa in condizioni estremamente lontane dall' esperienza comune.

Per questa operazione e' fondamentale sottoporre qualsiasi
interpretazione al massimo controllo logico/sperimentale lasciando
invece da parte questioni di estetica o di gusti personali.

Ora, ci sono questioni nell' interpretazione e nel formalismo della MQ
che costituiscono ancora campi di indagine attiva ( se vuoi un' idea
della cosa, prova a dare una lettura al libro di G. Ghirardi "Un'
occhiata alle carte di Dio" Ed. Il Saggiatore). Tuttavia per entrare
negli aspetti tecnici della questione � fondamentale aver digerito il
formalismo e aver presente che ci sono dei limiti sperimentali
estremamente stretti sulle possibili alternative alla MQ standard che
trovi nei libri di testo.

Di questo non vedo perche' si debba tacere.

Comunque, ricordati che nella scienza non c'e' niente di "imposto" dall'
alto una volta per tutte e nessuna "cospirazione" reggerebbe al sistema
della scienza contemporanea. Il miglior giudice sei sempre tu, a patto
che fai lo sforzo di raccogliere tutti gli elementi per poter capire.

Ultimo consiglio bibliografico. Io ho sempre considerato importante, per
capire fino a che punto l' interpretazione probabilistica della MQ sia
cruciale, accedere il piu' direttamente possibile agli articoli
originali dei padri fondatori. Non sempre questo � facile. Un
ragionevole compromesso � costituito dal libro di Max Jammer "Conceptual
foundation of QM" McGraw Hill ( cito a memoria) dove trovi una storia
degli sviluppi della MQ meno romanzata e semplificata di quella che in
genere gira nelle "vulgate" divulgativo-universitarie.

Perche' non ci dai un' occhiata dopo aver fatto l' esame di istituzioni ?
Non aver paura, non ti faranno il lavaggio del cervello!

Ciao

Giorgio
Received on Tue Jun 05 2001 - 02:45:06 CEST

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