Re: Cos'è ì'accelerazione

From: Giorgio Pastore <pastgio_at_units.it>
Date: Sat, 4 Jun 2022 13:15:38 +0200

Il 04/06/22 10:39, Elio Fabri ha scritto:
> Giorgio Pastore ha scritto:
> > ...

> > Tuttavia la politica dei sistemi educativi, non solo in Italia, è da
> > un pezzo controllata da altre priorità. E, a voler pensare male, non
> > per caso. Troppe capacità critiche notoriamente possono far male,
> > come sapeva benissimo la monarchia borbonica.
> Non credo molto a scelte deliberate in questo senso.
> Per es. l'opera distruttiva delle ministre berlusconiane (Moratti,
> Gelmini) non credo avesse motivazioni del genere. Piuttosto un'idea
> della scuola al servizio delle "forze produttive".
> Molto più grave è che questo punto di vista è ormai divenuto
> trasversale: non c'è chi non si riempia la bocca della necessità di
> "riformare la scuola". Lo dicono persone comuni, che nella gran parte
> non sanno neppure di che cosa parlano.
> Lo dicono presidi (pardon, dirigenti scolastici). Ho letto di recente
> un intervento del Presidente dell'associazione dei dir. scolastici,
> che appunto invocava una riforma che renda la scuola "utile alla
> società".

Non penso ad una Spectre che voglia affossare la scuola. Ma vedo una
convergenza di scopi declinata oin vario modo, in alcuni casi ripresa
acriticamente "perché fa adattamento ai tempi" e in altri casi
esplicitamente enunciata negli ambienti dove si decide.

Non è un mistero che da decenni diverse think-tank nostrane, elaborano
proposte o fanno lavoro di lobby pro "servizio alle forze produttive".
Le enunciazioni più chiare si trovano nei vari documenti di
Confindustria e Banca d'Italia sulla Scuola ( e sull'Università).
La facciata è di puro efficientismo. Ma quando si va a vedere come
questo viene tradotto in pratica, ci si rende conto che quello che viene
spacciato come "passo avanti" non è altro che riciclare ricette
globaliste, buone per qualsiasi latitudine, in cui l'addestramento
acritico ai test prevale su qualsiasi sviluppo di capacità critiche e
argomentative.

Le ministre berlusconiane (ma anche tutti i successivi e successive del
sedicente centro-sinistra, ex-rettori inclusi) hanno recitato la parte
degli utili idioti in una tragicommedia di cui ignoravano di essere solo
delle marionette.

E questo secondo me è alla radice del problema che denunci. Con
condizioni al contorno di questo tipo, la "barriera di potenziale" per
il singolo insegnante è eccessiva. Ci sono ancora persone motivate e
disposte a mettersi in gioco. Ma in un ambiente ostile hanno difficoltà
a reggere nel tempo. E poi è proprio la mancanza di una indicazione a
livello ministeriale che complica ulteriormente gli scenari. Nel
fai-da-te dell' aggiornamento, di fronte a molte, troppe proposte, è
difficile ottenere una risultante non nulla.


> > Giusto per fare un esempio: perché il bellissimo "Insegnare
> > relatività nel XXI secolo" non è mai diventato un libro ad ampia
> > diffusione?
> E questo come si fa?
> Come si fa a farlo diventare un libro, è facile a dirsi: basta trovare
> un editore.
> Ma su questo io ho fatto solo esperienze negative.
> L'ultima è quando proposi a Zanichelli non quello ma la versione
> precedente: "Per un insegnamento moderno della relatività".
> La risposta fu che non erano interessati.

So che non è facile convincere un editore. Quache volta però editori
minori risuonano meglio dei "grandi".

Giorgio
Received on Sat Jun 04 2022 - 13:15:38 CEST

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