Re: Interpretazione Principio Antropico

From: Soviet_Mario <Soviet.Mario_at_CCCP.MIR>
Date: Wed, 01 Sep 2010 19:45:04 +0200

Il 31/08/2010 21:32, Elio Fabri ha scritto:
> watanabe ha scritto:
>> nei libri divulgativi su tematiche scientifiche, si incorre spesso nel
>> "principio antropico", vorrei sapere, secondo l'opinione di qualcuno
>> "del mestiere" qual e' l'interpretazione-formulazione corretta:
>>
>> 1) Le costanti della fisica, hanno esattamente i valori necessari perch�
>> la vita, sia possibile. Quindi lo scopo dell'Universo � la vita.
>> Quindi non sono state -scelte- a caso.
>>
>>
>> 2) Le costanti della fisica, hanno questi valori indipendentemente dalla
>> presenza della vita, la presenza della vita � - una loro conseguenza -
>> marginale, a noi sembrano - eccezionali - solo perch� consideriamo la
>> vita eccezionale.
>>
>>
>> A me le due le due interpretazioni sembrano opposte e incociliabili, la
>> prima spalanca la strada a interpretaioni creazionistiche o sbaglio? mi
>> aiutate a capire?
> Ti anticipo subito la mia posizione, per quello che vale.
> A me del principio antropico non importa proprio niente: lo trovo
> privo di significato fisico. Piu' avanti cerchero' di spiegare perche'.
>
> E' ben noto che molti (non tutti) i sostenitori del PA tendono a farne
> un argomento in favore di un creatore, che avrebbe creato il mondo "su
> misura" perche' potesse esserci la vita (su questo particolare
> pianeta, nota bene) e ancora piu' in particolare l'uomo, che com'e'
> noto sarebbe il "culmine" della creazione.
>
> Per quanto mi riguarda, trovo sostanzialmente errato da un punto di
> vista fisico l'argomento che sta alla base del PA, anche nella sua
> forma piu' debole (la seconda).
>
> Piu' o meno si ragiona cosi': proviamo a immaginare un mondo in cui
> tutte le leggi della fisica siano esattamente quelle che conosciamo,
> ma siano soltanto diversi i valori di alcune costanti fondamentali
> (tipo la costante di gravitazione o la carica dell'elettrone o altre).
> Si cerca allora di dimostrare che anche con piccole variazioni delle
> suddette costanti il mondo sarebbe cosi' diverso da rendere
> impossibile la vita.

E dal mio piccolo, non so chi possa avere certe certezze
circa l'origine della vita e ancor pi� sulla esclusione di
qualsiasi possibile vita.
Imho possono (e potrebbero altrove) esistere forme di vita
indescrivibilmente pi� differenti da come le concepiamo.
In un libro di SF (forse di McBride Allen, che tra l'altro
mi pare sia un fisico, o forse era Gregory Benford) si
ipotizzavano persino creature senzienti completamente
elettromagnetiche. Voglio dire, chi siamo noi per
circoscrivere con paletti stringenti i fenomeni che potremmo
chiamare vita ?

> Dopo di che si fa il gran passo (se si prende la posizione 1): questo
> accordo delle costanti non puo' quindi essere casuale, ecc.
>
> Ma io obietto a monte, fin dalle premesse.

pure io :) anche se su un punto che fisicamente pu� parere
marginale.

> 1. Noi sappiamo ancora molto poco delle relazioni fra le varie
> costanti, e anche fra molte delle leggi fisiche che conosciamo.
> Per fare un solo esempio, nessuno sa perche' un certo numero puro (la
> costante di struttura fina, che dipende da e, c, h) abbia proprio quel
> valore.
> 2. Sarebbe possibile concepire un mondo in cui la costante di
> struttura fina abbia un valore diverso?
> Nessuno sa la risposta, ma io sospetto di no, ossia che un giorno
> troveremo che c'e' una qualche ragione profonda che lega quelle
> grandezze, per cui per concepire una diversa costante di struttura
> fina dovremmo anche pensare a una diversa oargnizzazione di molte
> (tutte) le leggi fisiche note.
>
> Vedi bene che se questo e' vero il ragionamento che porta al PA e'
> viziato alla base.
>
CUT
ciao
Soviet
Received on Wed Sep 01 2010 - 19:45:04 CEST

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