> Poi capirete perche' ho messo due piu'. Nel caso disegnato il campo
> elettrico E sara' rivolto verso l'alto con linee di forza uscenti dalla
> base e perpendicolari ad essa equamente distanziate.
> Essendo il campo UNIFORME in linea teorica a qualsiasi distanza d dalla
> base (d grande) avro' un campo E esattamente uguale al capo che avrei a
> qualsiasi distanza e dalla base (e piccolo). Fin qui confermate tutto?
>
> Secondo caso:
> Due superfici piane cariche; una positivamente ed una negativamente
> parallele tra loro.
>
> - - - - - - - - - - - - - - - - - -
> ____________________
>
>
>
> ____________________
> +++++++++++++++++
>
> Anche in questo caso il campo elettrico E sara' rivolto dal basso verso
> l'alo perpendicolare alle due superfici ed uniforme.
> In ogni punto d interno alle superfici si avra' lo stesso valore per E. Se
> supponiamo di mettere le due superfici a distanze molto grandi avremo
> sempre che nell'area di piano compresa tra le due superfici il campo
> elettrico deve essere lo stesso E.
No, nel primo caso E= densit� di carica/2epsilon0; nel secondo E=den.
carica/epsilon0. Inoltre la differenza sostanziale � che nel primo caso le
linee di forza sono dirette sia "in s�" che "in gi�" rispetto al piano,
mentre nel secondo il campo � nullo all'esterno e costante all'interno.
> Nel primo caso ho messo nel'unica superficie una carica doppia rispetto a
> quella del secondo caso perche' ho pensato che in questo modo E del primo
> caso debba essere pari a E del secondo caso. Mi date la conferma di cio'?
Il valore cos� facendo � lo stesso, ma le linee di forza in un caso sono
solo interne, nell'altro se ne vanno da entrambe le direzioni.
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Received on Wed Mar 21 2001 - 14:44:50 CET