Re: Dal libro Relatività Generale di Carlo Rovelli

From: Elio Fabri <elio.fabri_at_fastwebnet.it>
Date: Fri, 17 Jun 2022 15:25:52 +0200

af4409162_at_gmail.com ha scritto:
> Ho iniziato a leggere Relatività Generale di Rovelli, e mi sono
> fermato al settimo rigo della prima pagina!
> Le riporto integralmente:
>
> <La prima radice della relatività generale è lo spettacolare
> successo empirico dell'elettromagnetismo di Maxwell, che è alla base
> di tutta la nostra tecnologia elettrica ed elettronica.
>
> La teoria di Maxwell è una teoria di campo. Questo significa che le
> interazioni elettriche e magnetiche non sono forze che agiscono a
> distanza fra cariche (come la forza di Coulomb), sono interazioni
> locali trasportate a velocità finita da un'entità fisica reale
> diffusa: il campo elettromagnetico>
>
> Cosa non capisco?
>
> Quando dice: <non sono forze che agiscono a distanza fra cariche (come
> la forza di Coulomb).
>
> La forza di Coulomb agisce a distanza senza la necessità anch'essa di
> un -campo- ?
>
> Mi potreste chiarire per cortesia?
Per commentare quello che scrivi tu e quello che scrive Rovelli ci
vorrebbe ben altro che un post...
Però c'è qualcosa che va a tuo merito: non hai capito, te ne accorgi,
e lo dici.
Quanti saranno quelli tra i numerosissimi lettori di Rovelli (o di
qualsiasi altro libro di "divulgazione") quelli che hanno capito meno
di te, ma non se ne sono accorti o non vogliono dirlo, ingannando se
stessi?
Mi sono già chiesto in passato: ma tutti questi autori (tanti, a
cominciare da Hawking) non se ne rendono conto? O non gliene importa
un fico?
La risposta non la so.
Scusa lo sfogo, ma è cosa che mi fa continuamente incazzare.

Venendo a te: ma una scuola superiore l'hai fatta?
Avevi un prof almeno decente? Eri uno studente almeno passabile?
Possibile che non ti sia mai stato fatto notare il salto che avviene
(non tutto d'un colpo, durò molti anni, con tanti contributi teorici e
sperimentali) tra Coulomb e Maxwell?

La legge di Coulomb ricalca quella di Newton: questa parla
dell'attrazione gravitazionale tra due masse, e Newton neppure si
sognava la parola "campo".
(Però qualche dubbio ce l'aveva: "hypotheses non fingo".)
Quella parla dell'attrazione (o repulsione) *elettrostatica* tra due
cariche elettriche. Niente campo: ci sono solo le cariche e le forze
tra loro, direttamente, *a distanza*.
Coulomb non immaginava che ci potesse volere del tempo perché la
carica A si accorgesse che la carica B si era mossa.
E a ragione: con le possibilità sperimentali dell'epoca quel "tempo di
propagazione" era assolutamente inosservabile.

Quello che non va nel discorso di Rovelli è la contrapposizione:
"le interazioni elettriche e magnetiche non sono forze che agiscono a
distanza fra cariche (come la forza di Coulomb)."
Come se non si stesse parlando degli stessi fenomeni!
Come se la legge di Coulomb non fosse incorporata nelle equazioni di
Maxwell!
Riuscire a spiegare che cosa c'è di comune e che cosa c'è di nuovo va
ben oltre quelle poche righe (o forse Rovelli continua e tu hai
tagliato arbitrariamente?)

Se hai due cariche *ferme* basta una delle eq. di Maxwell, unita
all'espressione della forza che agisce su una carica *ferma*, per
ricavare la legge di Coulomb tale e quale.
Le cose cambiano solo se almeno una delle due cariche si muove.

Se si muove A, il campo elettrico dovuto ad A non è più lo stesso di
quando era ferma, e il problema di scriverne la corretta espressione
fu risolto solo alla fine dell'800.
Quanto a B, se è ferma sente una forza pari a q*E, che quindi cambia
perché è cambiato E.
Se invece A è ferma, il campo elettrico che produce è il solito, e la
forza che sente B rimane q*E, anche se B si muove a meno che non sia
presente un campo magnetico; ma non ci allarghiamo).
Proprio come la forza che sente un pianeta da parte del Sole cambia
solo perché il pianeta si muove, se il Sole sta fermo.
Se si muovono tutt'e due ... lasciamo perdere.

Il punto è che Maxwell copre *tutti* i casi che Coulomb e i suoi
contemporanei non potevano considerare.
Riassumendo quello che Rovelli dice è giusto ma è detto parecchio male.
Non è che la forza di Coulomb sia un'altra cosa: è semplicemente un
caso limite che le eq. di Maxwell vedono come caso particolare.

Ci sarebbe poi da chiedersi che cosa fosse per Maxwell il campo
elettrico.
Temo che Rovelli attribuisca a Maxwell una visione che in effetti
s'impose un bel po' dopo.
Maxwell credeva nell'etere, per lui i campi e.m. erano stati di
perturbazione dell'etere. Non erano certo "entità fisiche reali" come
scrive Rovelli.

Su questo punto, sul cambiamento di punto di vista, molto meglio
"L'evoluzione della fisica" di Einstein e Infeld.
Il libro ha più di 80 anni, ma a quel tempo i fisici che scrivevano
divulgazione spingevano i lettori a pensare, non a correre dietro a
questa o quella moda (per non dire peggio).
-- 
Elio Fabri
Received on Fri Jun 17 2022 - 15:25:52 CEST

This archive was generated by hypermail 2.3.0 : Fri Nov 08 2024 - 05:10:00 CET