Lucarciof scrive
>"Justinian" <anon54__at_hotmail.com> ha scritto nel messaggio
>news:94p6qh$e8c0p$1_at_ID-49610.news.dfncis.de...
>> Elio Fabri <fabri_at_df.unipi.it> wrote in message
>> news:3A6FF998.BBAF36A_at_df.unipi.it...
>> > Suggerisco di dare un'occhiata a
>> > http://astrpi.difi.unipi.it/~elio/divulgazione/relgem/relgem1.htm
>> > La questione e' stravecchia, ripetutamente discussa in questo NG.
>>
>> Ho letto questo link.
>> Fabri conclude che il paradosso viene risolto dalla R.R. usando il
>>concetto
>> di "tempo proprio". Questa soluzione mi sembra parziale.
[...]
>> Justinian
>>
>
>Sono d'accordo con te. Pero' ora diro' una cosa che non vorrei fosse
>interpretata come un cambiamento improvviso di rotta.
Sul cambiamento di rotta non saprei cosa dire, non ho seguito tutto il
thread, ma mi pare di ravvisare qui lo stesso errore gia' notato in un
precedente post di Lucarciof sull'argomento; errore che mi pare sia sfuggito
ad altri.
Quando Justinian dice (e Lucarciof, mi pare, concorda)
>> E' vero che il sistema del gemello B non e' inerziale, ma solo
>> per periodi brevi. Dunque il gemello B potrebbe calcolarsi il tempo del
>> gemello A durante le fasi costanti del suo moto, dedurre che il tempo di
>>A
>> e'
>> contratto, per poi scoprire al suo arrivo che e' tutto sbagliato a causa
>> delle brevi
>> fasi di accelerazione.
>> Di fatto B vedrebbe il tempo di A accelerare moltissimo durante le sue
>>brevi
>> fasi di non-inerzialita'. In pochi minuti di B, passerebbero molti anni
>>di
>> A.
>> Il povero B concluderebbe che non e' il moto relativo a causare la
>> differenza di tempi, ma le brevi fasi di accelerazione
dice una cosa sbagliata, o almeno lascia intendere di non aver capito a
dovere la questione.
Durante le fasi di accelerazione (che potrebbero anche essere considerate
istantanee) non succede assolutamente niente di particolare all'orologio di
B, e nemmeno a quello di A ovviamente. Cio' nonostante a fine viaggio B e'
piu' giovane di A.
Detta cosi' potra' forse sembrare strana la cosa, ma e' appunto, come gia'
detto da altri, facendo uso del concetto di tempo proprio (opportunamente
compreso) che la questione si risolve.
Per sapere cosa "vede" A e cosa "vede" B si deve dire innanzitutto cosa si
intende con le parole "B vedrebbe il tempo di A ..." (intese a dovere le
suddette parole sara' vero che B ___non___ vede il "tempo" di A accelerare
moltissimo durante le brevi fasi di accelerazione; come detto, se le
accelerazioni sono istantanee i "tempi" di A e di B rimangono invariati
durante le accelerazioni, il che significa che se le fasi di accelerazione
sono brevi allora i "tempi" di A e di B variano poco).
Come gia' ripetuto piu' volte la questione e' stata trattata nel gruppo, da
altri oltre che da me, in diversi post.
> Mi sembra (dico, mi
>sembra, ma non ne sono certo) di avere letto qualcosa di J.A. Wheeler che
>sosteneva che il paradosso dei gemelli fosse risolvibile nel quadro della
>R.
>R. Non mi ricordo piu' pero' il perch�, n� se effettivamente l'ha detto
>Wheeler.
>I casi sono tre
>1) Sono rincoglionito io, che non ho capito niente.
>2) E' rincoglionito Wheeler.
>3) Sono ancora rincoglionito io, perch� mi ricordo male di cosa avesse
>detto
>Wheeler
Beh, a parte che Wheeler non e' l'oracolo della fisica (non lo e' nemmeno
Einstein, e nemmeno Fabri, Moretti .... ) io credo che tu ti ricordi bene.
Non sarebbe certo l'unico Wheeler a sostenere che il paradosso si risolve
nell'ambito della RR. Per quanto riguarda la sostanza della questione a me
pare che Fabri, nelle pagine del sito sopra indicato, sia abbastanza chiaro:
non c'e' accordo unanime fra gli addetti ai lavori su quale sia l'ambito
della RG; seguendo la scelta di alcuni il paradosso dei gemelli potrebbe
ricadere, almeno in parte, nell'ambito della RG, seguendo la scelta di altri
ricade invece nella RR.
Questo almeno e' quanto ho capito io leggendo le pagine di Fabri.
>> La RR descrive le cose nel sistema di A, ma da risultati strani
>> nel sistema di B. Per trattare quello che succede nel sistema B
>> bisogna usare, necessariamente, la RG.
Questo non e' vero. La RR non da' alcun risultato strano. Per trattare
quello che succede in B si puo' tranquillamente usare solo la RR, osservando
dal sistema di riferimento di A cosa succede in B. Se si vuole affrontare il
problema dal sistema di riferimento di B allora (oltre ad ottenere gli
stessi risultati affrontando il problema da un punto di vista piu'
complicato) si deve usare la RG o meno a seconda di quale ambito si decida
di dare alla RG (se ho ben capito quanto dice Fabri nel famoso sito
riportato sopra).
Aggiungo una cosa che non ricordo se ho gia' detto in precedenti post:
io ritengo di essere una sorta di "prova sperimentale" del fatto che il
paradosso dei gemelli si risolve nell'ambito della RR in quanto so
risolverlo pur non sapendo praticamente alcunche' di RG. In RR non si parla
solamente del quadrivettore velocita'. Il quadrivettore accelerazione si
ottiene dal quadrivettore velocita' (e dallo scalare tempo proprio)
esattamente come dal quadrivettore posizione si ottiene il quadrivettore
velocita'. Non c'e' bisogno di "cambiare teoria" per parlare di
accelerazione. Landau parla di accelerazione a pag 41 e sostanzialmente
risolve il paradosso in un esercizio a pag 42 (in realta' l'esercizio e'
diverso ma una sua leggera modifica darebbe la soluzione del paradosso in
questione), la RG inizia a pag 296.
Ciao.
Bruno Cocciaro
b.cocciaro_at_comeg.it
-------------------------------------------------------------------------
Li portammo sull'orlo del baratro e ordinammo loro di volare.
Resistevano. Volate, dicemmo. Continuavano a opporre resistenza.
Li spingemmo oltre il bordo. E volarono.
---------------------------------------------- (G. Apollinaire)
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Received on Thu Feb 22 2001 - 17:09:31 CET