Re: Re: I colori

From: Pavesi Giovanni <g.pavesi_at_netvalley.it>
Date: 31 Jan 2001 20:35:53 +0100

 Elio Fabri ha scritto:
> Mi sembra utile aggiungere che i tre tipi di coni hanno curve di
> sensibilita' largamente sovrapposte, il che fa si' che di regola anche
> una radiazione monocromatica stimola tutti e tre i tipi, anche se
> producendo attivita' diverse.
Certamente le curve di sensibilit� dei 3 tipi di coni (S blu; M
verde; L rosso) sono ampiamente sovrapposte.

> Qui avrei una domanda.
> Dato che tra coni e fibre del nervo ottico ci sono, nella retina, altri
> strati di cellule (bipolari, gangliari, piu' quelle a connessione
> "orizzontale") e dato che le gangliari, i cui assoni sono appunto le
> fibre del nervo ottico (giusto?) sono molte meno dei coni, mi sembra
> ovvio che una prima elaborazione dei dati cromatici avvenga gia' nella
> retina. Come?

Per quanto riguarda l'elaborazione nella retina, sembra che il ruolo
dei cosiddetti "interneuroni" (cellule bipolari, orizzontali ed
amacrine) sia importante nel determinare le caratteristiche dei
campi recettivi delle cellule ganglionari, che rappresentano
l'output della retina e i cui assoni formano il nervo ottico. I coni
della fovea sono collegati ciascuno con una singola cellula
bipolare, che a sua volta si connette con una singola cellula
ganglionare. Nelle parti periferiche della retina, lontane dalla
fovea, ove vi sono molti bastoncelli e assai pochi coni, c'e'
invece un fenomeno di convergenza di piu' recettori verso una
singola cellula bipolare e gangliare. Pare che anche le cellule
bipolari abbiano un'organizzzione dei campi recettivi in zone
concentriche antagoniste, come le cellule gangliari e quelle del
corpo genicolato laterale. Per quello che riguarda l'elaborazione
del colore, il ruolo di questi interneuroni (in particolare le
cellule bipolari) sembra quello di combinare, con meccanismi di
"somma" e di "sottrazione", i segnali che essi ricevono dai
diversi tipi di coni. In questo modo, essi trasformano un sistema
basato sull'organizzazione tricromatica in un sistema di vie
parallele con canali distinti per gli antagonismi "rosso-verde",
"giallo-blu", oltre un canale per la luminanza "luce-buio". Si
tratta della teoria proposta nell'ottocento da Hering sulla base
di osservazioni di percezione dei colori. Per inciso, il sistema
tricromatico dei coni e' proprio dell'uomo e delle scimmie del
"vecchio mondo"; altri primati hanno due soli pigmenti e altri
animali, come gli uccelli, ne hanno 4 o 5.
Ritornando alla funzione degli interneuroni, pare che l'origine dei
campi recettivi concentrici, con sensibilit� opposta al colore
propri delle cellule ganglionari della fovea (es.: centro "verde"
-periferia "rosso"), derivi dal contatto fra un singolo cono M
(verde) con una cellula ganglionare attraverso una cellula bipolare
(centro verde eccitatorio). La periferia inibitoria "rosso" deriva
dal contatto stabilito fra la stessa cellula ganglionare e diversi
coni L (rosso), che circondano il cono M in oggetto, interconnessi
fra loro per mezzo delle cellule orizzontali.
Va ricordato che solo da poco � stata definita la distribuzione dei
3 tipi di coni nella retina umana: i coni S sono pochissimi, 10%, ed
hanno una distribuzione "sparsa" quasi a formare un reticolo
geometrico; i coni L ed M sono mescolati fra loro, con grande
prevalenza degli L e soprattutto con sorprendente variabilita' da
caso a caso.
Il sistema e' assai pi� complesso e noto nei dettagli (alcuni
dettagli...) solo ai veri specialisti del settore... pertanto mi
scuso della confusione ;-)
                               Gianni Pavesi


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Received on Wed Jan 31 2001 - 20:35:53 CET

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