Massimo S. ha scritto:
> Si e' vero, posso comprendere i ragionamenti alla base della relativita',
> nel senso che seguendo i passi logici dico: si e' giusto.
In realta' questo *non e'* giusto.
La relativita' non e' questione di logica: si tratta di vedere se le
cose del mondo vanno cosi' oppure no.
> Pero' a livello "viscerale" ed "intuitivo" non riesco ad assimiliarla.
> Questo non solo per la relativita Einsteniana ma anche per quella
> Gallileana.
> Mi accorgo che e' profondamente radicata in me l'idea che lo spazio e'
> "fermo" e gli oggetti si muovono in esso, ovvero che esiste un sistema
> di riferimento assoluto, anche se a livello di ragionamento capisco che
> tale sistema non esiste.
Come sopra: "a livello di ragionamento" non puoi decidere nulla.
Non e' raro vedere presentazioni che pretendono di passare come
"logicamente necessario" il principio di relativita', ma a mio modo di
vedere e' un gravissimo errore, un vero travisamento della fisica in
favore di un apriorismo che oggi (21-mo secolo) non dovrebbe avere
diritto di cittadinanza nella scienza.
Comunque, se ci fermiamo alla rel. galileiana, ci sono ormai esperienze
comuni, alla portata di tutti, che mostrano la sua validita'.
Se viaggi in treno, o meglio in aereo, in che modo ti accorgi di essere
in moto (scossoni e vuoti d'aria a parte...)?
L'aereo puo' andare a 800 km/h, ma se fai cadere un oggetto, quello ti
cade ai piedi, come se l'aereo fosse fermo sulla pista.
> Vabbe le piegature non si propagheranno, pero' la cosidetta "bolla" di
> spazio-tempo che contiene l'astronave o almeno l'astronave stessa si
> "propaga" nel senso che prima era ad esempio sulla Terra e dopo su Alpha
> Centauri.
> E fra questo prima e dopo e' trascorso un tempo che a quanto pare e'
> minore del tempo che ci impiega un fotone per andare dalla Terra ad
> Alpha Centauri.
Onestamente non lo so. Credo di averti gia' detto che non ho mai visto
in dettaglio questo modello, per cui non posso rispondere.
Se ci fosse qualcuno che ne sa di piu'...
> Ma tempo di chi? Forse il problema sta qui. Il tempo sara' il tempo
> proprio dell'astronave, quindi non ha senso parlare di velocita'
> dell'astronave facendo il rapporto fra la distanza fra i corpi celesti
> in un sistema di riferimento che ipotizzo solidale con entrambi i corpi
> e l'intervallo di tempo misurato nel sis di rif solidale con
> l'astronave.
Non credo che sia il tempo proprio.
Se fosse cosi', non ci sarebbe nessun bisogno di sistemi sofisticati:
anche in uno spazio-tempo piatto (rel. ristretta) si potrebbe andare da
qui ad Alpha Cen in molto meno di 4 anni di tempo proprio...
> Pero' rimane il fatto che se nel sistema di riferimento solidale con i
> due corpi celesti partono nello stesso istante dalla Terra un fotone e
> l'astronave, la seconda arriva prima su Alpha Centauri sempre nello
> stesso sis. di rif. O no?
Direi proprio di no. Il fotone arrivera' sempre prima. Questo mi sento
di dirlo anche senza aver mai visto i famosi conti...
> Da quanto scrivi sembra che la matematica non sia piu' un ausilio alla
> fisica ma che ormai sia impossibile fare fisica senza usare la
> matematica.
Ma questo e' vero da un bel pezzo!
Che vuol dire "ausilio"? Non si tratta solo di una tecnica per fare
certi conti. Si tratta proprio di concetti, che non si possono esprimere
se non in forma matematica.
Che cosa pensi che volesse dire Galileo con la famosa frase "l'Universo
e' scritto in lingua matematica"?
> Forse la matematica (e la geometria) e' distinta dalla fisica solo per un
> grado basso di "conoscenza". Mentre ad alti livelli, come quelli che sta
> ragiungendo la scienza, esse si fondono in un'unica cosa.
A parte che la geometria non e' un'altra cosa dalla matematica: ne e'
una parte...
Difficile per me entrare in questo genere di meditazioni, ma sarei
portato a dire di no.
La matematica in se' e' del tutto indifferente al mondo reale.
La fisica cerca di capire il mondo.
La mia personale filosofia in materia e' piu' o meno questa: quanto piu'
ci allontaniamo dalle cose che sono direttamente esperibili, e per le
quali abbiamo delle categorie di pensiero gia' pronte (retaggio
dell'umanita' che ci ha preceduti) tanto piu' dobbiamo far ricorso alla
matematica come solo strumento capace di darci concetti applicabili la'
dove l'intuizione diretta non arriva piu', e dove il linguaggio comune
rischia di tradirci.
La tua identificazione viceversa mi sembra una forma di platonismo, che
personalmente non mi convince.
Ma qui siamo ormai nella pura filosofia...
--
Elio Fabri
Dip. di Fisica - Univ. di Pisa
Sez. Astronomia e Astrofisica
Received on Wed Jan 31 2001 - 10:57:45 CET