Re: Già che ci sono: principio delle geodetiche e principio di equivalenza
Ciao, grazie del chiarimento. Effettivamente sul principio di equivalenza a volte si può fare confusione per via del modo di dire o interpretare le cose. In questo caso ero io a non aver capito bene.
Mi fa piacere che conosci il mio nome, potremmo anche esserci conosciuti di persona perché nel lontano 2009 venni a Trento a tenere un seminario su invito del gruppo di Cognola. Il titolo era "Interferometric detection of gravitational waves: the definitive test of general relativity", tratto dal mio saggio che ottenne una menzione onorevole ai Gravity Awards di quell'anno. Visto il tuo campo di ricerca, potresti essere stato presente.
Al di la di questa questione sul principio di equivalenza mi stupisce, positivamente, il tuo giudizio sulla gravità quantistica in un altro topic, che mi permetto di riportare, in quanto lo condivido in toto:
" I massimi sistemi come la quantum gravity mi hanno abbastanza scocciato, non vorrei dire una mostruosità, ma non rimarrà quasi nulla in futuro, diciamo tra un secolo, della maggior parte delle chiacchiere attuali di fisica teorica delle alte energie secondo me"
Il mio stupore deriva dal fatto che sei uno dei pochi fisici teorici "mathematically oriented" che la pensa così. Il problema è che su questa cosa c'è dietro un grosso business, e dunque interessi economici e "politica" di bassa lega. Chi è diventato ricco e famoso in questo campo (compreso qualche italiano) difficilmente ammetterà di star producendo aria fritta. A mio parere, piuttosto che cercare una completa gravità quantistica, che potrebbe benissimo non esistere checché ne dicano Witten da una parte e Smolin dall'altra, è molto più utile cercare di capire l'eventuale controparte quantistica dei singoli casi in cui la RG classica ha dei limiti. Io ed un gruppo di colleghi ci stiamo provando da un po' di tempo a questa parte partendo dalla quantizzazione dello storico collasso gravitazionale di Oppenheimer and Snyder, che classicamente porta alla formazione del buco nero di Schwarzschild. Il nostro risultato preliminare è che si forma un sistema quantistico ben definito, non singolare e con spe
ttro energetico discreto, simile ad un atomo di idrogeno e governato da un'equazione di Schrodinger. Purtroppo, poiché non usiamo stringhe, loops, firewalls, fuzzballs ed altre cose strambe che oggi vanno di moda, il nostro approccio passa quasi inosservato. Come se utilizzare rigorosamente "solo" le vecchie RG e QM (cosa che oggi non sa più fare quasi nessuno) fosse una sorta di peccato. Ecco il commento di un referee: "Perché usare questo approccio particellare se oggi abbiamo una teoria fondamentale come la loop quantum gravity? Questo articolo non è abbastanza interessante da essere pubblicato". Peccato che la loop quantum gravity tanto cara a questo tizio in 35 anni non ha portato a niente, anzi, in certi casi è in contrasto con l'approccio semiclassico.
Potrei continuare, ma la questione sarebbe lunghissima. Forse si potrebbe aprire un topic in proposito.
Ciao,
Christian Corda
On Friday, 22 July 2022 at 14:45:03 UTC+2, valter...._at_unitn.it wrote:
> Ciao, mi pare che siamo d'accordo allora sulla dimostrazione in Wikipeda che è riferita al testo di Weinberg. Comunque in non mi riferivo al tuo lavoro, che non conosco anche se consoco il tuo nome, ma solo a quanto scritto sulla pagina di Wikipedia.
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> Quando dicevo metà del principio di equivalenza intendevo una cosa diversa da quella che dici tu mi pare. Nella mia terminologia il principio di equivalenza che usi è *in forma forte*. Invece io mi riferivo a "metà" del principio di equivalenza in forma fisica di Einstein quello scritto in termini un po' fumosi che che precede la formulazione matematica della RG e che dice che il campo gravitazionale si può localmente cancellare (proma metà) e si può localmente creare o simulare (seconda metà). Probabilmente avrei dovuto usare una terminologia diversa-
> Ciao, Valter
Received on Sat Jul 23 2022 - 10:36:46 CEST
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