Moto Curvilineo Iper-Relativistico

From: Aniello Saggese <saggese_at_unisa.it>
Date: Thu, 21 Dec 2000 10:55:11 +0100

Ricevo questo messaggio da stefanobs11112k_at_freedomland.it
che a causa di problemi tecnici non riesce a pubblicarlo
sul newsgroup it.scienza.fisica, di cui sono uno dei tre
moderatori. Lo invio personalemente insieme ad i miei
migliori auguri di Buon Natale e Felice Anno a voi tutti

Aniello Saggese

-- 
Aniello Saggese Physics Department University of Salerno
Via S. Allende 3 84081 Baronissi Salerno ( Italy )
tel.+39-89-965381 fax.+39-6-23310972 mailto:saggese_at_unisa.it
-- Original Message --
From: stefanobs11112k_at_freedomland.it
Subject: MOTO CURVILINEO IPER-RELATIVISTICO
Date: 16-Dic-00 22:46
Email da: Stefano -TESTO DI 89 RIGHE -
CORREZIONI: alla riga42 c`� scritto "diedere"
anzich� "di vedere" le cose;  alla riga84 c`�
scritto iper-"lativistico" anzich� "relativistico".
Eventuali nuovi errori li corregger� in seguito.
                       -Buona lettura
Avevo cominciato circa 23 anni fa, quand`ero
ragazzino, a porre il seguente quesito: "Cosa
succederebbe, facendo ruotare un disco cos�
velocemente da voler far superare al suo bordo
la velocit� della luce". -� un`ipotesi di quella
che voi abitualmente chiamereste rotazione
"superluminale", da me altrimenti definita, per
comodit�, "iperluce". Ma in realt� non � tanto
questo il punto che mi interessa, quindi vi prego
di non darmi quella solita risposta generica sul
cosa succederebbe tentando di raggiungere o
superare la cosiddetta velocit� della luce. Mi �
gi� abbastanza noto, vi ringrazio, il principio
secondo il quale ci� che appare come"velocit�"
della luce altro non � che una espressione limite
del nostro sistema di realt�. E quindi, volersi
avvicinare ad essa significa avvicinarsi ai limiti
del sistema, con sempre maggiore richiesta di
energia (tutta quella del sistema -il nostro
universo materiale-,volendo raggiungere i limiti;
o di pi�, volendo superarli), e una progressiva
convergenza (compressione) dei rapporti
dimensionali della realt� rispetto a quelli
"normali". -Sposto invece l`attenzione altrove.
E voglio precisare "moto curvilineo", anzich�
rettilineo, per due motivi. 1) C`� una sottile ma
sostanziale differenza angolare fra una retta
(innumerevoli angoli piani) e ad esempio una
circonferenza (innumerevoli angoli quasi piani).
Pi� avanti spiegher� perch� ci tengo tanto a
tale distinzione. 2) Nel moto curvilineo, a
differenza del rettilineo, si sviluppa forza
centrifuga, che � trasversale rispetto al moto.
Ora, siccome anche lo sviluppo della forza
centrifuga � possibile perch� c`� la massa del
corpo in movimento, e siccome massa e
"velocit� della luce" (propagazione
elettromagnetica) sono strettamente correlate,
ne consegue che gli effetti nel moto curvilineo
devono essere, anche solo per questo motivo,
diversi rispetto al rettilineo. -Una terza via. Nel
nostro modo diere le cose c`� qualcosa
che non quadra, e una delle nostre idee fisse
pi� frequenti � quella della "dualit�" nelle cose.
La mettiamo dappertutto, non sappiamo farne a
meno, sia nell`immaginario che nei mestieri.
Positivo/negativo, bello/brutto, buono/cattivo,
caldo/freddo, bianco/nero, finito/infinito... Quello
che io tengo particolarmente a evidenziare,
invece, � l`esistenza costante di una terza via,
che non ha bisogno di questi "distinguo" e si
ritrova ovunque in natura. Uno degli
innumerevoli esempi di questa terza via �
l`as�ntoto, la specie di convergenza parallela
che nomino proprio in quanto viene usata anche
per descrivere il vano tentativo di raggiungere
la velocit� della luce: vi si avvicina, ma sempre
di meno, al punto che � un po` come se
l`avvicinamento si ritorcesse su se stesso e
diventasse un allontanamento; sarebbe s� una
grandezza finita se raggiungesse la tangenza,
sarebbe s� una grandezza infinita se corresse
parallela; ma non � compiutamente n� l`una, n�
l`altra cosa. Io quindi l`ho semplicemente
chiamata "semifinito", o "semiinfinito": � un
assurdo logico, ma a differenza delle altre due
riesce a stare in piedi da sola, e diventa l`anello
d`unione delle due parti, inconciliabili, in fondo
create da noi. Un altro esempio � appunto la
sottile differenza angolare fra retta e
circonferenza (cos� sottile, che un segmento di
una circonferenza sufficientemente grande ci
apparirebbe come una retta): separa le due
solo una singola, n-esima particella di
grandezza semifinita, o semiinfinita. Eppure
tanto basta a fare la differenza. -Sul moto
rettilineo a velocit� relativistiche si sa molto di
pi� che su quello curvilineo, e soprattutto mi
riferisco a quello curvilineo non vincolato in un
circuito, come invece avviene, ad esempio,
negli acceleratori circolari. In questa prima fase
chiedo dunque soprattutto opinioni sugli esiti di
un moto centrifugo, almeno tendenzialmente
iper-lavistico, che sia quanto pi� libero
possibile; anche non si trattasse, quindi, di
quello d`un disco rigido come proposto invece
nell`ipotesi iniziale. -Chiedo poi di ipotizzare,
eventualmente, gli esiti di due moti di quel tipo
vicini tra loro, sia uguali che di verso contrario.#
-- End Original Message --
Received on Thu Dec 21 2000 - 10:55:11 CET

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