(unknown charset) Re: Il Teorema del Tempo e natura complessa dello Spazio-Tempo

From: (unknown charset) Arnaldo <aldoweb_at_supereva.it>
Date: Mon, 11 Dec 2000 09:12:56 GMT

Caro Valter,
ho letto con crescente interesse i tuoi interventi su questo forum.
Devo dire che ti ammiro, unisci una dote naturale nel far capire
questioni complesse ad una precisa comprensione degli aspetti
matematici sottostanti.

> ti assicuro che nella mia testa quei perche' ci sono ancora
> quasi tutti ;-) Il mondo mi sembra sempre la cosa piu' strana che
> esista. Ed e' strana anche questa sensazione visto che non ho altri
> termini di paragone se non il mondo stesso.

Questa tua frase ed altre tue che ho letto, mi hanno fatto capire che
la tua � una ricerca profonda, che non si limita ad un esame meccanico
delle cose; non hai la presunzione di sapere la realt� ultima che
hanno certi "santoni", ed il Zichichi che citi ne � un esempio.
Io non sono un fisico teorico, ma solo un appassionato di questa
scienza; sono per� un buon conoscitore delle filosofie orientali.
Premesso questo, spero che quello che ti esporr� toccher� la tua
curiosit� come, in passato, ha toccato la mia. In un antico testo
buddista, il Sutta Pittaka (paniere della conoscenza), testo che
purtroppo � introvabile tradotto in Italiano e, solo in piccola parte
in Inglese, ho trovato delle frasi di incredibile attualit�. Ne cito
tre tal quali ad esempio:

   * Tutto nell'universo � energia, nessuna energia si crea, nessuna
     energia si distrugge.
   * A parte l'energia ed il moto, quali le conosciamo, esistono
     aspetti della realt� pi� sottili che sono potenziali di energia e
     di movimento.
   * L'energia � Mente (informazione), la vacuit� e la realt� della
     VIA DI MEZZO, sono all'origine delle cose.

Ve ne sono molte altre, alcune trattano di "sistemi di mondi", altre
di tempi cosmici, altre ancora del contenuto informativo del vuoto
o della necessit� di "sperimentare direttamente" ogni conoscenza
acquisita. In una spiegazione semplificata, il Buddha vede l'universo
come un unico oggetto quadridimensionale a matrice sferica, in tre
dimensioni come "materia vuota" che diventa materia reale quando
acquisisce "energia".
E veniamo al tempo; questo � visto come una semplice dimensione
spaziale, la percezione del tempo come tale � invece un'illusione
dovuta alla velocit� del nostro cervello. E' infatti tale velocit�
l'orologio che "misura" il tempo, "se il nostro pensiero fosse
1.000.000 di volte pi� veloce, percepiremmo un'onda del mare come un
oggetto, potremmo fare mille pensieri e lei sarebbe l�, immobile,
costante. Viceversa la vita di un uomo, apparirebbe come un fenomeno
transitorio, un'onda del mare".

> Se prendi un film di cio' che accade comunemente
> nel mondo macroscopico e lo proietti all'indietro, ti accorgi
> subito che "qualcosa non quadra" perche' vedi avvenire cose che
> non hai mai visto avvenire nella realta': ci sono dei processi che
> nella realta' avvengono "solo in un senso". un bicchiere che cade si
> rompe, ma non vedi mai i cocci del bicchiere ricomporsi per formare
> il bicchiere.

A mio modo di vedere non � corretto pensare che un film visto
all'incontrario corrisponda ad invertire il tempo. Come tu dici, i
fenomeni nel tempo che conosciamo, accadono in tale modo proprio
perch� qui l'entropia � positiva, si potrebbe dire che vi � una
naturale tendenza all'espansione verso l'infinitamente grande,
alla diluizione, alla diffusione; l'entropia stessa non � inoltre
probabilmente la causa ultima della velocit� del nostro cervello?
In un mondo con tempo ed entropia negativa, tutto tenderebbe ad
aggregarsi verso uno spazio infinitamente piccolo e i fenomeni
sarebbero diversi, difficilmente immaginabili.
Faccio un esempio, una supernova esplode, gas ed energia si
disperdono nello spazio; invertiamo il filmato e vediamo la supernova
ricomporsi in pochi istanti. Ma siamo sicuri che se prendiamo il gas
e l'energia in quelle condizioni, invertiamo il tempo e l'entropia,
questi si unirebbero in pochi istanti a formare una stella?
Intuitivamente direi di no, ma il contrario sarebbe tutto da
dimostrare, non stiamo trascurando gli aspetti dovuti alle iterazioni
dinamiche di un sistema complesso, il Caos intrinseco? E se esistesse
un posto dove il tempo e l'entropia sono negative, se in quelle
condizioni si fosse sviluppata un'intelligenza, come percepirebbe
il tempo e lo spazio, come noi?

> Se prendi poche particelle elementari invece (con l'eccezione di
> sopra per le interazioni deboli), non noteresti niente di strano
> nei filmati avanti e indietro.

Come hai giustamente detto, questo non � un macrosistema, non �
soggetto all'entropia ed � quindi "virtualmente" reversibile. Quindi,
mi viene da pensare che visto che il tempo � una dimensione,
l'entropia sia un "movimento" obbligato lungo quella dimensione, la
manifestazione di una forza che agisce sui macrosistemi.

> Come e' possibile che passando dal micromondo al macromondo nasca
> una freccia del tempo? Ti dico subito che la questione non credo
> abbia trovato una risposta definitiva, ma esistono varie risposte
> basate sulla "meccanica statistica" sulle quali ora non ho tempo
> per dilungarmi.

Questo � il punto interessante. Nel Sutta Pittaka si trova un concetto
affascinante. In poche parole, la curvatura dello spazio/tempo varia a
seconda della dimensione considerata, immagina tante sfere una
dentro l'altra, pi� � grossa la sfera, meno � curva. Sarebbe questa
tensione la causa ultima dell'irreversibilit� dei fenomeni,
dell'entropia positiva. Una tendenza espansiva che si manifesterebbe a
scale diverse con forze diverse. Se esistesse un "tensore" di questo
tipo, non potrebbe spiegare, a parte la freccia del tempo, il fenomeno
del red shift e la stabilizzazione delle galassie, in un universo non
in espansione?

> Si puo' costruire una catena di cause
> che arriva fino ai primi istanti dopo il big bang: la situazione
> dell'universo allora era molto "improbabile"...)

E' mia opinione che, se mai � esistito il big bang, questo deve essere
visto come un fenomeno transitorio, ripetitivo, in un universo che,
per una sua ragione intrinseca, "si crea da solo". Se infatti
consideriamo il big bang quale evento creativo nel nulla, tale nulla
deve creare infiniti big bang, essendo il nulla infinito in se.
Il problema si sposta quindi a capire come dal nulla si creino i
big bang.
E quale fenomeno � intuitivamente possibile pensare avvenga nel nulla?
Forse una piccola instabilit� del campo, un rumore di fondo a media
zero? Bene, nel Sutta Pittaka vi � una descrizione, fatta con parole
diverse da quelle usate dai fisici, ma precisa e puntuale, di come
il "rumore", si autoorganizza nello spazio/tempo a creare informazione
energia e materia. Questa � la realt� della VIA DI MEZZO.
Sarei felice, se il discorso ti sembra interessante, di esporti nel
dettaglio come funziona questo principio che, nella mia ignoranza,
sembra spiegare veramente tutto e che, coinvolgendo gradienti di
curvatura spazio temporale, non sarei mai in grado di formalizzare.
Ti ringrazio per l'attenzione, sperando di non averti annoiato.

Ciao, Arnaldo.
Received on Mon Dec 11 2000 - 10:12:56 CET

This archive was generated by hypermail 2.3.0 : Fri Nov 08 2024 - 05:10:37 CET