Re: Acceleratori, cioč acceleriamoci a morire
Credo che sia opportuno riportare in questo forum l'email che ho spedito
alla trasmissione.
Salve,
premetto che ammiro molto la vostra trasmissione, che purtroppo ho
potuto vedere solo
saltuariamente in quanto domiciliato all'estero: in Francia, a due passi
dal CERN.
La mia professione e' fisico subnucleare: mi occupo quindi proprio di
questo tipo di esperimenti.
Sono venuto a conoscenza della trasmissione del 5 novembre solo
leggendone quello che immagino
esserne il resoconto stenografico sul sito internet.
Il contenuto della trasmissione mi ha profondamente sconcertato.
Sconcertanti sono le affermazioni
sulla mancanza di contenuto pratico nella ricerca di base. Sconcertante
l'affermazione che solo
esperti estranei al progetto possono realmente giudicare la
pericolosita' di un progetto, e
sconcertante la teoria del complotto che viene evocata.
Piu' che sconcertante mi e' risultato sconveniente il fatto di porre a
confronto opinioni di
illustri personaggi (si, ebbene si, sono illustri) esperti nel campo
della ricerca fisica di base
con opinioni di persone non di altrettanta universalmente riconosciuta
autorevolezza. Questo metodo di fare giornalismo mi ricorda
le peggiori puntate di Misteri...
Una affermazione che risulta, piu' ancora che sconcertante,
semplicemente errata e
che getta una luce sinistra sull'attendibilita' della trasmissione e'
quella del fisico Thomas
Ludlam: non occorre essere laureati in fisica per capire che
l'affermazione "e' la prima volta
che vengono accelerate particelle alla velocita' della luce" non
contiene neanche una briciola
di verosimiglianza.
Peggio di tutto sono le parole di Bruschi sull'immoralita' della ricerca
scientifica (sic!), i
commenti fuori campo, che posso attribuire alla giornalista autrice del
servizio sul prezzo
degli esperimenti (un sano commentino sul prezzo di certa televisione? O
di certi aerei militari?)
come se la ricerca scientifica si valutasse sui costi. E commenti sul
fatto "di essere in mano loro"
in cui e' evidente una paranoia stile guerra fredda (la sindrome dello
scienziato pazzo?) che e'
assolutamente fuori luogo nel contesto.
La divulgazione al grande pubblico dell'argomento e degli sviluppi della
ricerca di base e'
senz'altro buona cosa. Rende tristi pensare che un articolo condotto su
questo tono rischia
di mettere confusione piu' che aiutare il pubblico a farsi un'idea di
quello che e' lo scopo della
ricerca di base, che, in tutta onesta', non e' la distruzione del mondo!
Received on Tue Nov 07 2000 - 00:00:00 CET
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