Re: Energia nell'Universo primordiale e prima del Big Bang...

From: Elio Fabri <elio.fabri_at_tiscali.it>
Date: Thu, 26 Aug 2010 21:34:37 +0200

Vend ha scritto:
> Quindi secondo te stava solo a fare teatro, e ha scritto il libro solo
> per soldi e per protagonismo?
> Bah. Io penso che se ha fatto quattro lezioni e le ha pure riunite in
> un libro evidentemente non era convinto che fosse una cosa totalmente
> inutile.
E' evidente che tu non hai letto tutte le prefazioni e premesse che ci
sono nel libro, e che ne fanno la storia.

1) Come spiega Leonard Mautner, Feynman accetto' di tenere quelle
lezioni per la lunga amicizia che c'era tra loro, e in ricordo della
moglie di Leonard, morta di recente. Dunque un'occasione eccezionale.

2) Nella prefazione di Ralph Leighton si legge:
"Feynman e' anche famoso per il suo entusiasmo di maestro. Rifiuta
innumerevoli offerte di tenere conferenze per societa' e
organizzazioni prestigiose, ma e' sempre disponibile per lo studente
che vada a chiedergli di parlare al club di fisica del suo liceo.
Questo libro e' un'impresa che non ci risulta sia mai stata tentata
prima: esporre in modo piano e senza infingimenti, per un pubblico di
non specialisti, un argomento non poco difficile [...]"

Vedi dunque che non era abitudine di F. tenere quel genere di lezioni:
l'ha fatto per amicizia e probabilmente l'ha intesa come una sfida
intellettuale: "vediamo se mi riesce..."
Dunque ne' teatro ne' soldi ne' protagonismo; almeno cosi' la vedo io.

3) Lo stesso F. nei ringrazimenti scrive:
"[...] alla sua preziosa esperienza [di Leighton] devo i molti
miglioramenti del testo originale [...]
Attraverso molte ore di discussione ci siamo sforzati di raggiungere
la massima semplicita' e trasparenza, rinuciando pero' a qualsiasi
compromesso che portasse a una distorsione della verita'."

Dunque il testo scritto e' una profonda rielaborazione delle lezioni
parlate.

> Immagino che se uno faccia lezioni e scriva un libro non pensi che sia
> tutto tempo sprecato, poi se tu da professore la pensi diversamente,
> bhe, che devo dirti?
A questo ho gia' risposto.
Aggiungo solo che parlo in base a un'esperienza lunga e vasta di
lezioni, incontri, conferenze...
E che (guarda caso) anche la mia preferenza e' sempre stata per un
pubblico di studenti, mentre ho praticato solo raramente conferenze a
un pubblico generico: coerentemente con quello che ho gia' scritto qui
e nel post precedente.

Veniamo ora alla fisica.
> Il fenomeno dovrebbe apparire statisticamente su un grande numero di
> fotoni.
Non capisco che cosa hai in mente.
Lo spostamento verso il rosso di una riga di assorbimento significa
che *tutti* i fotoni emessi dalla sorgente hanno cambiato l. d'onda
allo stesso modo. Altrimenti la riga non rimarrebbe visibile nella
luce che riceviamo.
Non e' quindi un effetto statistico.

> Diciamo pi� precisamente che puoi usare una teoria per fare previsioni
> sulla realt�, anche molto accurate, solo nei casi in cui gli effetti
> previsti dall'altra teoria siano assolutamente trascurabili.
Fin qui d'accordo.

> Se provi a considerare casi in cui entrambe le teorie sono rilevanti,
> tipo i buchi neri, ottieni dei paradossi.
Qui invece non capisco che paradossi hai in mente.
In realta' semplicemente *non c'e' modo* di trattare quei casi: non si
sa come prenderli.

> Ma il solo fatto che le si possa definire matematicamente indica che
> le due teorie non possono essere usate assieme senza arrivare a
> contraddizioni.
Di nuovo: "contraddizioni".
Mi piacerebbe che tu facessi un esempio chiaro e preciso di quelle che
chiami contraddizioni: io non riesco a capire a che cosa pensi.

> Appunto perch� non c'� la teoria unificante non puoi unificare le due
> teorie a piacere.
Embe'?
Mi pare che stiamo girando a vuoto...

> Sinceramente questo mi sembra proprio un gioco delle tre carte:
> predici il redshift cosmologico sulla base di una teoria e poi cerchi
> di eliminare una possibile spiegazione sulla base di un'altra teoria
> secondo la quale il redshift cosmologico non potrebbe neanche
> esistere.
Senti, io ho cercato di spiegarmi come meglio so.
Ma e' evidente che tu sei maldisposto, e non ti sforzi di capire.
Quindi e' inutile perdere altro tempo.

> Usuale per fare cosa? Filosofeggiare sull'entropia dei buchi neri?
> Esiste un modello fisico che faccia previsioni sperimentali
> utilizzando sia la GR che la QED?
Qui e' palese la tua prevenzione e/o (non si escludono) la tua scarsa
conoscenza di come funziona la fisica.
Io mi riferivo ad ambiti anche totalmente diversi da quello di cui
stiamo parlando, ambiti che non hanno niente a che fare con la
cosmologia.

Tanto per farti un altro esempio (poi cessero' di insistere) pensa
agli acceleratori di particelle.
Nel progettare un acceleratore le particelle (che siano elettroni,
protoni, a qualsiasi altra) vengono trattate secondo la meccanica
classica o relativistica: con traiettorie, forze applicate,
accelerazioni, ecc.
Poi quando si vanno a studiare gli eventi prodotti dalle collisioni,
si cambia completamente discorso: entra in ballo la m.q., QED, o
addirittura il modello standard delle interazioni fondamentali.
Dunque nello stesso esperimento si usano schemi teorici
"incompatibili" e "contraddittori", secondo il tuo linguaggio.
                                         

-- 
Elio Fabri
Received on Thu Aug 26 2010 - 21:34:37 CEST

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