On 26 Ago, 21:34, Elio Fabri <elio.fa..._at_tiscali.it> wrote:
> Vend ha scritto:> Quindi secondo te stava solo a fare teatro, e ha scritto il libro solo
> > per soldi e per protagonismo?
> Vedi dunque che non era abitudine di F. tenere quel genere di lezioni:
> l'ha fatto per amicizia e probabilmente l'ha intesa come una sfida
> intellettuale: "vediamo se mi riesce..."
> Dunque ne' teatro ne' soldi ne' protagonismo; almeno cosi' la vedo io.
Dunque se dopo le lezioni ha scritto pure il libro evidentemente era
convinto che spiegare la QED ai non addetti ai lavori non fosse
un'impresa destinata al fallimento.
> 3) Lo stesso F. nei ringrazimenti scrive:
> "[...] alla sua preziosa esperienza [di Leighton] devo i molti
> miglioramenti del testo originale [...]
> Attraverso molte ore di discussione ci siamo sforzati di raggiungere
> la massima semplicita' e trasparenza, rinuciando pero' a qualsiasi
> compromesso che portasse a una distorsione della verita'."
>
> Dunque il testo scritto e' una profonda rielaborazione delle lezioni
> parlate.
Ovvio. Il fatto che abbiano passato molte ore a lavorare sul libro mi
fa pensare che fossero convinti di non stare sprecando il proprio
tempo.
> A questo ho gia' risposto.
> Aggiungo solo che parlo in base a un'esperienza lunga e vasta di
> lezioni, incontri, conferenze...
> E che (guarda caso) anche la mia preferenza e' sempre stata per un
> pubblico di studenti, mentre ho praticato solo raramente conferenze a
> un pubblico generico: coerentemente con quello che ho gia' scritto qui
> e nel post precedente.
E quando facevi conferenze per un pubblico generico pensavi che non ne
avrebbe capito niente nessuno?
> Veniamo ora alla fisica.> Il fenomeno dovrebbe apparire statisticamente su un grande numero di
> > fotoni.
>
> Non capisco che cosa hai in mente.
> Lo spostamento verso il rosso di una riga di assorbimento significa
> che *tutti* i fotoni emessi dalla sorgente hanno cambiato l. d'onda
> allo stesso modo. Altrimenti la riga non rimarrebbe visibile nella
> luce che riceviamo.
> Non e' quindi un effetto statistico.
Ma la riga (o meglio, quello che ci sta intorno) non corrisponde a
molti fotoni?
Su raggi di luce composti da molti fotoni l'intensit� pu� essere
considerata essenzialmente continua e indipendente dalla lunghezza
d'onda.
> > Se provi a considerare casi in cui entrambe le teorie sono rilevanti,
> > tipo i buchi neri, ottieni dei paradossi.
>
> Qui invece non capisco che paradossi hai in mente.
http://en.wikipedia.org/wiki/Black_hole_information_paradox
> In realta' semplicemente *non c'e' modo* di trattare quei casi: non si
> sa come prenderli.
Il che non impedisce alcuni fisici teorici dal provarci, con risultati
bizzarri.
> > Sinceramente questo mi sembra proprio un gioco delle tre carte:
> > predici il redshift cosmologico sulla base di una teoria e poi cerchi
> > di eliminare una possibile spiegazione sulla base di un'altra teoria
> > secondo la quale il redshift cosmologico non potrebbe neanche
> > esistere.
>
> Senti, io ho cercato di spiegarmi come meglio so.
> Ma e' evidente che tu sei maldisposto, e non ti sforzi di capire.
> Quindi e' inutile perdere altro tempo.
O magari la tua spiegazione non � corretta.
Il tuo ragionamento � che siccome lo spazio curvo si pu� approssimare
localmente in ogni punto come piatto, allora puoi applicare la QED in
ogni punto del percorso e dire che secondo la QED il fotone non
decade.
Problema: secondo questo ragionamento, puoi anche applicare la QED in
ogni punto e dire che il fotone non cambia lunghezza d'onda, dunque
non la cambia durante nessun punto del percorso, dunque il redshift
cosmologico non esite.
Ma il redshift cosmologico � osservato sperimentalmente, quindi il
ragionamento � sbagliato.
> > Usuale per fare cosa? Filosofeggiare sull'entropia dei buchi neri?
> > Esiste un modello fisico che faccia previsioni sperimentali
> > utilizzando sia la GR che la QED?
>
> Qui e' palese la tua prevenzione e/o (non si escludono) la tua scarsa
> conoscenza di come funziona la fisica.
> Io mi riferivo ad ambiti anche totalmente diversi da quello di cui
> stiamo parlando, ambiti che non hanno niente a che fare con la
> cosmologia.
Evasione notata.
Comunque, da prevenuto e ignorante quale sono, ripeto la domanda: ci
sono modelli che facciano previsioni sperimentali combinando la GR e
la QED?
> Tanto per farti un altro esempio (poi cessero' di insistere) pensa
> agli acceleratori di particelle.
> Nel progettare un acceleratore le particelle (che siano elettroni,
> protoni, a qualsiasi altra) vengono trattate secondo la meccanica
> classica o relativistica: con traiettorie, forze applicate,
> accelerazioni, ecc.
La relativit� generale c'entra qualcosa con gli acceleratori?
LHC sar� anche una singolarit� che risucchia inesorabilmente denaro
pubblico, ma apparte questo non mi pare ci siano effetti
gravitazionali degni di nota. :D
> Poi quando si vanno a studiare gli eventi prodotti dalle collisioni,
> si cambia completamente discorso: entra in ballo la m.q., QED, o
> addirittura il modello standard delle interazioni fondamentali.
> Dunque nello stesso esperimento si usano schemi teorici
> "incompatibili" e "contraddittori", secondo il tuo linguaggio.
Non mi pare proprio:
1) Per quanto ne so, la relativit� generale � trascurabile negli
acceleratori.
2) L'accelerazione e la collisione avvengono in due momenti diversi,
in particolare su scale di tempo estremamente diverse.
Al contrario, un qualunque modello quantistico del redshift
cosmologico deve necessariamente descrivere un processo che avviene
globalmente lungo tutto il percorso dalla sorgente di luce
all'osservatore.
Received on Fri Aug 27 2010 - 03:04:46 CEST