Massimo Brighi wrote:
>
>
>
> Il fatto e' che durante tutto il processo i due
> osservatori sono soggetti alle stesse sollecitazioni: la durata della
> accelerazioni e' la stessa secondo il loro tempo proprio e una le
> intensita' di accelerazione sono pure unguali in ogni istante di tempo
> corrispondente. In altre parole nessuna misura effettuata a bordo dei
> veicoli puo' rilevare in quale dei due veicoli viene effettuata.
> Eppure, alla fine, l'orologio dell'osservatore che segue segna un
> tempo inferiore dell'orologio dell'osservatore che sta davanti.
> Ora la domanda (a mio avviso) imbarazzante e':
> Qual e' la causa che ha determinato il rallentamento di questo orologio
> (o l'accalerazione dell'altro), visto che i due orologi hanno subito le
> stesse sollecitazioni fisiche?
> E' una domanda metafisica? A ma non pare.
Ciao, no poni la domanda nei termini corretti: la domanda e'
cosa comporta il fatto che al *confronto* finale la situazione
del tempo segnato dai due orologi non e' simmetrica.
Come infatti anche tu affermi, la discrepanza noti solo quando
confronti un sistema RISPETTO all'altro ed e' tutta dovuta al
fatto che il ruolo dei due sistemi non e' mai interscambiabile.
E' esattamente come nell'esempio geometrico che ti avevo suggerito: l'equazione
delle due curve e' la stessa traslando l'origine degli assi nei due punti
d'intersezione delle curve con l'asse x: che e' come dire le leggi fisiche
agiscono nello stesso modo su entrambi gli osservatori ai quali capitano
in riferimento a loro stessi esattamente le stesse cose. Pero' alla fine
le due curve danno luogo a fenomeni diversi quando le si confrontano
ed e' tutto dovuto al fatto che le conndizioni iniziali non sono
interscambiabili.Secondo me quindi non c'e' alcun paradosso...
>
> > [....] Non conosco l'effetto Sagnac per cui non posso dire nulla
> > in proposito.
>
> L'effetto Sagnac consiste in questo:
>
> Due raggi di luce monocromatica provenienti dalla stessa sorgente dopo
> aver percorso per mezzo di specchi un tragitto circolare, uno in un senso
> e l'altro nel verso opposto, arrivano ad un interferometro dove si
> osservano
> le bande di interferenza. Il tutto � montato in una piattaforma che puo'
> ruotare. Quando la piattaforma e' posta in rotazione la figura
> d'interferenza
> cambia indicando che la luce impiega un tempo maggiore per muoversi
> contro il verso di rotazione rispetto al raggio che viaggi nell'altro
> senso.
>
Su questo ci devo pensare...
> Certo, pero' siamo proprio sicuri che in un universo completamente
> vuoto cioe' senza masse e radiazione debba valere la relativita'
> ristretta?
Non capisco: se c'e' la radiazione di fondo allora c'e' massa e
il problema non si pone.
Se non c'e', hai ragione: non c'e' alcun motivo perche'
dalle SOLE equazioni di Einstein della gravita' venga fuori
la soluzione della relativita' speciale,
ci vogliono altre condizioni anche molto forti...
> Questo si' che mi pare un assunto metafisico
Infatti e' un assunto che non e' vero in generale!
Ciao, Valter
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Nuova moderazione in fase di test - perdonate i disagi
Received on Tue Oct 17 2000 - 00:00:00 CEST