Re: E se "c " non fosse invariante?

From: Massimo Brighi <NOSPAMmeb2043_at_iperbole.bologna.it>
Date: 2000/10/06

capaneo wrote:

> Quello che ho detto nel post e' che misurando la velocita'
> dei fotoni prodotti nel decadimento di particelle a diverse
> energie, e quindi a parita' di massa e' come avere sorgenti
> a diversa velocita', si ottiene sempre lo stesso valore;
> quindi, anche concedendoti che ci sono problemi di sincronizzazione,
> per cui il valore che misuro non e'quello corretto, resta il fatto
> che quello che misuro e' indipendente dal moto della sorgente;
> Ovvero il valore di c e' indipendente dal sistema di riferimento,
> o, se vuoi c e' costante ( e se non vuoi, vedi dopo ).

Dire che la velocita' della luce e' indipendente dal moto della sorgente
non e' uguale a dire che questa velocita' risulta la stessa se misurata da
qualunque osservatore. Anche il suono in aria ha una velocita' che non
dipende dal moto della sorgente, pero' non per questo e' uguale in
qualunque riferimento.

> Tornando ai problemi di sincronizzazione, e' facile vedere che
> non c'e' ne sono, o perlomeno, se ci fossero stati c'e' ne saremmo
> accorti. Sto in A con un orologio che segna t0, mando un segnale
> per sincronizzare un orologio in B ,e per far cio' assumo un certo
> valore per la velocita' del segnale. Ora e' vero che
> se uso il valore da loro segnato per misurare la velocita' del
> segnale usato per la sincronizzazione per andare da A a B riottengo
> il valore assunto in partenza; ma se con gli orologi cosi'
> sincronizzati misuro la velocita' per andare da B ad A,
> se il valore assunto per effettuare la sincronizzazione non e'
> quello corretto, otterro un valore diverso!.
> Per riassumere, una volta sincronizzati gli orologi, le misure
> della velocita' del segnale per andare da A a B, e da B ad A
> saranno uguali solo se il valore assunto per la sua propagazione
> e' uguale a quello reale; se ne assumi uno, come dici tu,
> "puramente convenzionale", la cosa non e' piu' vera ,
> e siccome , fino ad ora, nessuno a mai sostenuto di aver ottenuto
> dei valori di c di versi, a seconda della direzione del moto,
> direi che le tue preoccupazioni sono infondate.

No, ripeto, il problema e' che non si riesce a misurare la velocita'
della luce se non su percorsi chiusi, cioe' percorsi di andata e ritorno.
Quello che si fa in realta' e' come se, uno che per salire e discendere
da una impervia montagna, impiegando 6 ore misurate da un orologio
posizionato nel campo base ai piedi della montagna, sostenesse che
impiega esattamente 3 ore a salire e 3 ore a discendere. Per dimostrarlo
parte dalla base alle 12 e arrivato in cima regola un orologio la' situato
sulle 15 e torna alla base dopo 6 ore. Ora riferendosi a questi due
orologi cosi' sincronizzati puo' ripetere la salita e discesa in qualunque
momento e "dimostrare" ogni volta che impiega 3 ore a salire e 3 ore
a scendere.

>
>
> Perche martellarsi i maroni con teorie che fanno assunzioni
> bizzarre, e che sono equivalenti ( ma non e' certo, "sembra" )
> dal punto di vista sperimentale, quando c'e' ne una, la TRR
> che parte da assunzioni molto semplici?

Non si tratta di "martellarsi i maroni" ma di esplorare alternative.
A proposito di "assunzioni bizzarre" anche il postulato della costanza
della velocita' della luce direi che non scherza. Il fatto e' che col tempo
ci abituiamo a tutto: azioni a distanza, onde nel vuoto, onde-particelle,
velocita' costanti comunque le si misuri ecc. Direi che il concetto di
"assunzioni bizzarre" e' molto vago e comunque dipende dal momento
storico.

>
>
> > Una in particolare assegna alla simultaneita' tra eventi il valore
> > assoluto che aveva nella fisica Galileana e ha anche una capacita'
> > esplicativa sicuramente superiore alla TRR anche in sistemi accelerati.
>
> Teoria di qualche socio del club di cui parlavo nel mio
> precedente post ? ;-)

No, si tratta di cose serie puoi leggere qualcosa in
R.Mansouri and R.U Sexl,Gen.Rel.Grav. 8, 497-513 (1977)

>

Ciao
Massimo

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Received on Fri Oct 06 2000 - 00:00:00 CEST

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