(unknown charset) Re: Re: R: Limite classico e limite relativistico.

From: (unknown charset) Elio Fabri <fabri_at_df.unipi.it>
Date: 2000/09/18

Valter Moretti ha scritto:
> Bene, secondo te perche' le velocita' classicamente si sommano?
> Cioe' se il riferimento K si muove rispetto al riferimento K'
> con velocita' v costante e K vede il punto p con velocita' u
> allora K' assegna a p velocita' v +u. Come me lo dimostri?
> Ti pare evidente?

Intervengo solo per un'osservazione didattica alla quale tengo
abbastanza.
Gran parte dell'equivoco secondo me nasce dall'usare espressioni come
"composizione delle velocita'", o peggio "addizione delle v."
Le due velocita' che si "compongono" hanno in realta' due ruoli
totalmente diversi, e niente affatto simmetrici.

Il problema andrebbe posto cosi': ho due riferimenti K e K', e descrivo
lo stesso moto da entrambi. Ovviamente molte grandezze fisiche
significative del moto cambiano passando da K a K'; possiamo quindi
chiederci: come cambiano?
In linguaggio piu' tecnico: qual e' la *legge di trasformazione* della
grandezza X nel cambiamento fra due rif. (per es. in moto relativo
traslatorio rettilineo uniforme)?
Messa cosi', si vedono due cose:
a) che la ricerca della legge di trasf. e' un problema generale, che per
ciascuna grandezza avra' risposta o nell'esperimento, o come conseguenza
di una teoria gia' costruita (che pero' dovra' essere confrontata con
l'esperimento)
b) che non c'e' niente di ovvio in una legge di trasf. rispetto a
un'altra.

Nel caso delle velocita', non credo esistano evidenze sperimentali
significative; sulla base delle osservazioni che poteva fare al suo
tempo, Galileo postulo' che la velocita' si sommasse a quella relativa
dei rif., e poi la meccanica newtoniana trasformo' questo in un teorema,
derivante dal carattere assoluto (sarebbe qui meglio dire invariante)
del tempo.
Niente di strano se l'esperienza successiva ci mostra che la luce si
comporta in modo diverso, e se poi una teoria piu' accurata e generale
porta a una diversa legge di trasformazione.

Ma ripeto: il punto essenziale e' aver chiaro che stiamo cercando una
*legge di trasformazione*. L'addizione non ha niente di ovvio, di
naturale, di logico... E' solo l'ipotesi piu' semplice che si puo' fare.
Se funziona, bene; se non funziona, si cerca un'altra legge.
-- 
Elio Fabri
Dip. di Fisica - Univ. di Pisa
Sez. Astronomia e Astrofisica
--
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