ele wrote:
>
> Nel recente concorso a cattedre uno dei quesiti chiedeva di parlare delle
> "correnti parassite" in generale...
> io sono rimasta piuttosto disorientata, perch� credo che sotto il termine di
> "correnti parassite" (senza altre specificazioni) si possano far ricadere
> molte cose... condensatori, diodi, correnti di apertura e chiusura di
> circuiti vari, ecc.
>
> Mi piacerebbe sapere come l'avreste interpretato....specialmente se
> qualcuno di voi insegna (o ha studiato) in un ITIS o in un corso di
> ingegneria elettronica o altro del genere, cio� diciamo da un punto di vista
> un po' pi� tecnico di quello che pu� essere un liceo scientifico...
Sono quelle correnti (dette in inglese eddy current e in italiano anche
correnti di Foucault) non volute indotte in un conduttore sottoposto a
campo magnetico variabile. Tipico esempio i nuclei dei trasformatori e i
circuiti magnetici dei motori, ma anche da parte di un solenoide sulla
scatola che lo contiene ecc. ecc. Queste correnti provocano una perdita
di potenza e quindi un minore rendimento del esitema o una riduzione del
coefficiente di qualita` di un induttore.
Il solo caso in cui sono usate e` il riscaldamento a induzione (tempra
superficiale di materiali, fuzioni per oreficeria e dentale, forni a
induzione per fusione di ghisa..)
Per ridurre l'effetto delle correnti parassite, a bassa frequenza si
usano circuiti magnetici a lamierini (isolati fra di loro): sotto
opportune ipotesi (ragionevoli) le perdite di potenza diminuiscono con
il quadrato del numero dei lamierini (a parita` di sezione magnetica). A
frequenze piu` alte invece si usano materiali magnetici con alta
resistivita` elettrica (ferriti e polveri in matrice isolante).
Con una estensione di significato, si puo` annoverare fra le correnti
parassite anche la causa dell'effetto pelle, prossimita`,
spiralizzazione e multistrato, fenomeni questi che riguardano invece i
conduttori dei trasformatori (e non solo).
Ultimo punto che illustra un effetto delle correnti parassite: se fai un
solenoide di filo avvolto in aria e ne misuri l'induttanza a frequenza
relativamente elevata (1 MHz ad esempio) trovi un certo valore. Se
introduci nel solenoide un cacciavite (acciaio, mu relativo elevato),
l'induttanza del solenoide *diminuisce*.
Ciao
Franco
Received on Tue Aug 29 2000 - 00:00:00 CEST
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