Re: Domanda sull'isotropia della velocità della luce

From: gufetto <romanodiqui_at_gmail.com>
Date: Sun, 9 Oct 2022 16:58:45 -0700 (PDT)

Il giorno domenica 9 ottobre 2022 alle 15:40:03 UTC+2 Elio Fabri ha scritto:
> gufetto ha scritto:
> > Mi spiegate come potreste fare a misurare per la velocità della luce
> > un valore diverso dalla costante (c) definita come prodotto
> > (c=lambda*f) nei tre casi disegnati..?
> > ...
> Si possono fare diverse obiezioni alla tua proposta, ma voglio essere
> breve.
>
> 1. Nessuno ha mai misurato la velocità della luce col metodo che
> proponi, perché coi mezzi attuali non è possibile individuare con la
> precisione necessaria l'istante del passagio di un ventre o di un
> nodo dell'onda.
> Credo che neppure la frequenza sia direttamente misurabile per la luce
> visibile (ma potrei sbagliarmi).
> Puoi rispondermi che questa non è una difficoltà di principio e
> potrebbe essere superata in un futuro più o meno lontano.
>
> 2. Più seria è un'altra obiezione: il tuo metodo presuppone (anche se
> non te ne sei accorto) di disporre di due orologi sincronizzati
> accanto ai due sensori.
> Ma come puoi sincronizzare due orologi situati in punti distanti?
>
> Mi fermo qui con le obiezioni, ma ti chiedo.
> Se il tuo ragionamento fosse giusto, come si potrebbe scopire che la
> velocità del suono nell'aria *varia realmente* se la misuriamo in un
> riferimento in moto rispetto a questa?
> Eppure questa verifica si fa senza difficoltà.
> Evidentemente hai sottinteso delle ipotesi che nel caso del suono non
> sono verificate e che nel caso della luce debbono essere postulate.
> Cerca di capire quali sono...
> --
> Elio Fabri

...
se non ti piacesse pensare con la luce pensa che la stella emetta onde radio
Il frequenzimetro e i sensori sono solidali tra di loro l' unico oscillatore segna-tempo è quello del frequenzimetro
il primo sensore quando avviato conta le onde intere che passano
Il secondo sensore da lo stop al conteggio del primo sensore appena raggiunto da un' onda intera
(potresti eccepire che il risultato vada diviso per due per via del tempo di ritorno del segnale di stop)

Dunque fin qui ho contato solo il numero (n) di onde intere tra i due sensori,
e come "orologio" solo quello del frequenzimetro
ma per aver misurato la frequenza (f) del segnale con il suo oscillatore interno,
ripetendo la prova per ciascun esperimento

La distanza (L) tra i due sensori ci è nota e sempre la stessa
(che rappresenti un multiplo abbastanza consistente di lunghezze d' onda, non certo l' una sola messa per l' esempio disegnato solo teorico)
e la cosa mi basterebbe già per verificare che il prodotto [(f)*(L/n)=f*lambda=c]
[ripeto (f) è misurata dal frequenzimetro (L) è fissa (n) è contata dal sensore]

Qualora l' oscillatore del frequenzimetro mi fosse servito anche per misurare il tempo in cui il primo sensore è stato attivo
(se vuoi pensalo come un "otturatore" lo apri e di seguito lo spegne il segnale quando arriva sull' altro sensore fissato sullo stesso appoggio)
Questo tempo non potrebbe valere che un valore (T) per cui [c=L/T= (f)*(L/n)=f*lambda] come si evince nelle onde messe nel disegno


Prova per una qualsiasi velocità avanti indietro o immobile, rispetto alla stella, a costruire un risultato differente da (c) costante (se ci riesci), ricavato da una prima misura una qualunque, poi per confrontarlo con tutte le altre..
Received on Mon Oct 10 2022 - 01:58:45 CEST

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