Re: R: aristotelici e galileani
On gio, 10 ago 2000, Enrico SMARGIASSI wrote:
>Mariangela Gamboni (aka Gianfranco Cimino) wrote:
>
>> La pensavo anche io grosso modo come te, poi ho letto un libro molto
>> interessante "La rivoluzione dimenticata" di L. Russo - Milano, 1996, in cui
>> si sostiene che sono stati proprio scienziati greci come Euclide, Archimede,
>> Ipparco, Aristarco, Eratostene, Ctesibio etc. a compiere la prima vera
Per Archimede suggerirei
Storia della Matematica, di Carl B. Boyer edito da Mondadori (23 sacchi ),
appunto, capitolo su Archimede.
Un libro bellissimo e... umiliante.
Archimede calcolava la lunghezza di archi di curva *esatta* e l'area
al di sotto di una parabola senza il formalismo matematico del calcolo diff e
integrale.
Fa accapponare la pelle quello che sapeva fare, lui ed Apollonio, (e altri,
naturalmente) 2000 anni fa.
Noi prima di imparare a misurare un angolo in radianti ( non nei deleteri gradi
sessagesimali) abbiamo buttato via una marea di tempo.
La matematica Greca era matura, per cos� dire, per lo sviluppo dell'analisi.
Archimede aveva una numerazione posizionale.
I Romani hanno fatto il casino; hanno esportato in tutto "il mondo" il loro
sistema di numerazione con il quale *non � neanche possibile fare la somma di
due numeri in colonna*
Perch�?
Provate a sommare 469 + 7368 *in colonna* in cifre romane!
Direi che questa � un'argomentazione che smonta del tutto la tesi di chi ha
iniziato il Thread; e gli "automi" di Erone (chi era costui)? Non erano forse
delle vere e proprie macchine a vapore?
>(specialmente quelle umane). Anch'io penso che l'idea di una civilta'
>tecnologico-scientifica relativamente ben sviluppata nel III-II secolo
>A.C. sia dura da digerire, ma quando ho letto che ad Alessandria avevano
>inventato i distributori automatici a moneta mi e' venuto da pensare...
!!!
davvero?
Received on Thu Aug 17 2000 - 00:00:00 CEST
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