On 26 Jul 2000 22:00:11 +0200, Valter Moretti <moretti_at_science.unitn.it> wrote:
>Questo dovrebbe chiudere definitivamente la questione.
>
>Nell'articolo di C.G. Adler "Does the mass depend on the
>velocity, dad?" American Journal of Physics, 55 (1987), pp 739-743
>viene riportata l'ultima conclusione dello stesso Einstein, nel
>1948, dopo aver rimuginato la faccenda per anni, sull'utilita'
>di introdurre la massa relativistica. Si tratta di di una sua lettera
>a L. Barnett. Ecco cosa dice Einstein:
>
>"Non e' utile introdurre M=m/(1-v^2/c^2)^(1/2) come il concetto
>di massa di un corpo, non essendo infatti possibile darnealcuna
>definizione chiara. E` meglio non introdurre nessun'altra massa
>oltre ad m. Piuttosto che introdurre M e' preferibile usare i
>concetti della quantita' di moto e dell'energia di un corpo in
>moto."
Salve Moretti
Mi spiace, ma la questione e' tuttaltro che definitivamente chiusa.
Va bene che sugli attuali testi universitari la Massa Trasversa
Relativistica M=m/(1-v^2/c^2)^(1/2) e' quasi del tutto scomparsa,
ma nessun relativista puo' permettersi di ignorarne l'esistenza.
La sua esistenza e' molto imbarazzante, e viene considerata
quasi del tutto inutile, perche' essa risulta ingiustificabile dal
punto di vista della dinamica relativistica utilitaristica, ma
Einstein l'ha derivata correttamente come punto di vista
dell'osservatore che si trova a 90 gradi ed osserva la massa
che passa davanti a lui.
Il che dovrebbe indicare che la Massa Relativistica ha una natura
che e' funzione dell'osservatore, e di questo Albert era del
tutto cosciente, tanto piu' quando si abbina la rappresentazione
ondulatoria relativistica di de Broglie, sulla quale Einstein
concordava in toto.
E secondo la rappresentazione ondulatoria di de Broglie una
massa e definita in funzione della Frequenza del suo pacchetto
d'onde Pilota.
E secondo Einstein la frequenza relativistica e' funzione
dell'angolo (alfa) di osservazione:
1 - v/c cos (alfa)
f1 = f ---------------------------------
(1- v^2/c^2)^(1/2)
E quando (alfa) = 90 gradi:
f
f1 = ---------------------------------
(1- v^2/c^2)^(1/2)
In seguito Ives e Stilwell (1938) , e poi Otting (Phys. Z 40, 681 (1939)
ne provarono sperimentalmente la correttezza rispetto alla frequenza.
Il che dimostra che la natura ondulatoria della massa relativistica
rende ragione dell'esistenza della massa trasversa, cosa che risulta
impossibile in qualsiasi altra rappresentazione.
La mia TOC (Teoria Ondulatoria del Campo) descrive
integralmente la massa in funzione dell'ipotesi ondulatoria che
propone l'identita' tra l'energia di massa di Einstein e l'energia
ondulatoria di Planck:
f
m c^2 = h f e quindi m = ----------------------
lambda * c
Dove (lambda) e' la lunghezza d'onda della massa.
Ed in essa la massa relativistica diventa direttamente dipendente
dal punto di vista dell'osservatore, cosi' che la massa puo' essere
direttamente descritta come:
1 - v/c cos (alfa)
m1 = m ---------------------------------
(1- v^2/c^2)^(1/2)
Mentre la massa trasversa viene derivata dalle caratteristiche di un
preciso modello ondulatorio, e assume un significato ben preciso,
e descrive un altrettanto preciso modello per la massa,
da cui si puo' dedurre anche la lunghezza d'onda di de Broglie.
E molte altre spiegazioni e giustificazioni causali, oltre a parecchie
previsioni fatte in epoca non sospetta e poi verificate.
Saluti
Walter E. R. Cassani
waltercassani_at_tiscalinet.it
http://www.lalleanza.com/aasa.htm
Received on Wed Aug 02 2000 - 00:00:00 CEST