Re: LOCALIZZAZIONE DI RADIOEMISSIONI: UNA POSSIBILE SOLUZIONE MA RIFIUTATA.

From: Renato Croci <kyr.croci_at_mclink.it>
Date: 2000/07/14

On 10 Jul 2000 13:31:31 +0200, Mino Saccone <mino.saccone_at_alephinfo.it> wrote:
>
>Esisteva e credo che esista ancora un sistema di
>localizzazione a differenza di ritardo, quindi a iperboli.
>Si chiama Loran, funziona a onde lunghe, gli impulsi
>LORAN sono studiati per consentire una determinazione
>dei ritardi senza ambiguita' . Permette a navi ed
>aeromobili di "fare il punto" con precisioni, credo,
>dell'ordine del miglio marino, pero' su larghe fette
>se non tutta la superficie terrestre.

Esatto. In effetti, l'idea venne sfruttata gia' nella Ia guerra modiale
per localizzare i cannoni nemici dalla differenza di ritardo del rumore
dello sparo (non serve un triangolo equilatero)

Inoltre, non e' cosi' facile intercettare un segnale (specie su NON vuole
essere intercettato) La complessita' e' tutta li. E in un ambiente
elettromagnetico "incasinato" (tipo scenario bellico) non puoi fare a meno di
antenne direttive, per cui, per una localizzazione grossolana, ne bastano 2
e triangoli.
Comunque, di sistemi che usano questo principio, credo ne esistano, in giro:
in USA, tempo fa, lavoravano al PELSS (precision emitter location & strike
system) che usava un time-tagging GPS (le piattaforme dei sensori erano aerei).
Permetteva di guidare missili sull'emettitore con elevata precisione: non so
che fine ha fatto perche' non ho piu' seguito la cosa.

-- 
Renato Croci
Roma - Italy
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Received on Fri Jul 14 2000 - 00:00:00 CEST

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