(unknown charset) Re: Principio di Mach

From: (unknown charset) Elio Fabri <fabri_at_df.unipi.it>
Date: 2000/07/12

Corrado Massa ha scritto:
> ...
> Mach non disse mai cosa poteva essere questa azione;
> cioe', da quale campo fisico era trasmessa; semplicemente
> fece notare che il suo principio era sufficiente a eliminare dalla
> meccanica il concetto di spazio assoluto (che non piaceva neanche
> a Newton) e le difficolta' che comporta.
Non direi che a Newton non piacesse: basta leggere l'inizio dei
"Principia":
"Lo spazio assoluto, per sua natura senza relazione ad alcunche' di
esterno, rimane sempre uguale e immobile; lo spazio relativo e' una
dimensione mobile o misura dello spazio assoluto, che i nostri sensi
definiscono in relazione alla sua posizione rispetto ai corpi, ed e'
comunemente preso al posto dello spazio immobile..."
Insomma: lo spazio assoluto e' quello vero; pero' noi non riusciamo a
rivelarlo, e dobbiamo accontentarci di "spazi relativi" (leggi sistemi
di riferimento in moto arbitrario).

> Per es: nella meccanica newtoniana i moti uniformi
> sono relativi: cioe' non puoi accorgerti di muoverti se non
> ti riferisci a un altro corpo materiale (in un treno non ti
> accorgi se sei fermo in stazione o se ti muovi con moto
> uniforme finche' non guardi fuori e vedi come "corrono" gli
> alberi); invece, sempre nella meccanica newtoniana, i moti
> accelerati sono assoluti (se il treno frena di colpo te ne
> accorgi benissimo senza guardare fuori: in altre parole,
> ti accorgi di accelerare senza bisogno di un riferimento
> materiale esterno). Come mai questa distinzione tra moti
> uniformi e non? Newton risponde: gli effetti dell'accelerazione
> (come appunto la caduta delle persone in avanti) sono dovuti
> al fatto che il treno accelera rispetto allo spazio assoluto;
> ecco perche' uno se ne accorge senza riferirsi a corpi materiali:
> questi corpi non hanno nessun ruolo nel fenomeno.
Si capisce che la tua e' una corretta esposizione della m.n. *come la
insegniamo oggi*; non sono pero' sicuro che sia quello che dice Newton.
Nello scolio gia' citato N. non parla mai di moti *traslatori*
accelerati: quando parla di moto assoluto osservabile, fa il famoso
esempio del secchio, ossia una rotazione.

> Domanda: perche' se non ha piu' senso parlare di velocita' ha
> ancora senso parlare di cambiamento di velocita'? La cosa
> fa schifo (detto in modo piu' elegante: non e' soddisfacente sul piano
> epistemologico). Inoltre: come mai lo spazio assoluto, sul quale la
> materia non puo' agire (e' un'entita' impalpabile e inafferrabile) puo'
> pero' agire sulla materia (vedi i lividi delle persone dopo la frenata
> brusca)?
> Questa mancanza di simmetria e' disgustosa e vomitevole
> (piu' elegantemente: e' innaturale e contraria al modo di pensare
> scientifico).
Non condivido queste affermazioni "assolute". Che *oggi* pensiamo cosi',
e i *nostri* criteri epistemologici siano quelli che dici, non lo
discuto. Ma non erano quelli di Newton (casomai di Leibniz, e i due,
come sai, non andavano tanto d'accordo...)
-- 
Elio Fabri
Dip. di Fisica - Univ. di Pisa
Sez. Astronomia e Astrofisica
Received on Wed Jul 12 2000 - 00:00:00 CEST

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