R: Diffrazione della luce

From: Mino Saccone <mino.saccone_at_tin.it>
Date: 2000/06/26

"Alida" <alida78_at_yahoo.com> ha scritto nel messaggio
news:8iua0n$ggp$1_at_nslave2.tin.it...
>
> Salve a tutti.
> Studiando il fenomeno della diffrazione della luce mi sono imbattuta in un
> interrogativo: poniamo che io stia leggendo un libro e mi soffermi su una
> lettera, ad esempio la "B"; a breve distanza la noto benissimo, ma se
> allontano il libro scopro che non riesco pi� a leggerla. Ho pensato che
> questo sia un fenomeno di diffrazione, poich� il raggio luminoso che
> proviene dalla lettera "B" deve passare per la mia pupilla (assimilabile
ad
> una fenditura) prima di focalizzarsi sulla retina.

No, la diffrazione non da effetti apprezzabili. Il numero f dell'occhio
umano
(f = distanza focale/diametro della pupilla) e' circa 8. Questo produce
una frangia di diffrazione di circa f * lambda pressapoco 8 * 0.5 = 4
micron.
Questa distanza (confusione da diffrazione) e' piccola rispetto alla
distanza
media tra i corpi sensibili (coni e bastoncelli) della retina anche nel
punto
di massima sensibilita' (la fovea). Quindi anche in condizioni otticamente
perfette il contributo della diffrazione alla confusione nell'occhio umano
e forse anche non (umano) dovrebbe essere trascurabile.


 Ma allora perch� a brevi
> distanze tale fenomeno non interviene, cio� perch� da vicino riesco a
> leggere la lettera "B"? Non dovrebbe aversi diffrazione pure in questo
caso?
> Grazie mille a coloro che sappiano rispondermi,
>

Altri fenomeni come le aberrazioni ottiche (cromatica e di sfericita') piu'
gli eventuali difetti (astigmatismo, non perfetta sfericita' della cornea),
dispersione per scarsa trasparenza nell'umore vitreo,
densita' non infinita dei corpi sensibili della retina contribuiscono
a far si' che l'immagine di un punto (teoricamente matematico) luminoso
venga percepito come una macchia. Quando la lettera B del libro,
allontanandolo dall'occhio, forma un'immagine di dimensioni prossime
a quasta macchia, la forma del carattere diventa difficilmente
distinguibile.
Non c'e' infatti differenza (apprezzabile dalla retina) con una macchiolina
della stessa dimensione o con una R e forse anche con una P o una D.

Quando invece il libro e' vicino, l'immagine della B e' grande e viene
"vista"
da moltissimi coni e bastoncelli ognuno dei quali individua un punto piccolo
rispetto all'estensione della B. Essi possono quindi inviare al chiasma
ottico e poi al cervello una grande quantita' di stimoli che aiuta il
cervello
a "riconoscere" la forma della B.

Saluti

Mino Saccone
Received on Mon Jun 26 2000 - 00:00:00 CEST

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