Da pochi mesi sono in pensione e cos� ho potuto dedicare un po' di tempo
alla fisica, ed ora sottopongo all'attenzione del NG alcuni miei
ragionamenti che mi hanno convinto che l'etere potrebbe meritare di essere
ripreso in considerazione.
Dato che l'etere � stato ormai abbandonato, sicuramente conterranno degli
errori, ma quali?
Ho letto dell'adozione dell'etere per spiegare la propagazione dei fenomeni
elettromagnetici e del suo abbandono quando l'esperimento di Michelson e
Morley ha dimostrato che la luce ha la stessa velocit� in tutte le direzioni
per cui, non venendo percepito alcun vento d'etere, significa che l'etere
non esiste.
Ho letto anche della spiegazione data al risultato di detto esperimento,
dalla teoria della relativit� ristretta. Ma non sono riuscito ad accettare
l'ipotesi che delle onde possano manifestarsi nel vuoto.
Allora ho pensato che ci� che non esiste � solo un etere con le propriet�
che allora gli sono state assegnate, ma tra di esse non ho rilevato quella
che prevede che la materia sia un fenomeno ondulatorio nell'etere, che non
possa percepire variazioni della velocit� della luce, la quale avrebbe una
velocit� fissa rispetto all'etere (la materia potrebbe variare la propria
forma - il che comporterebbe anche una variazione della sua misura del
tempo - in funzione del proprio moto rispetto all'etere, in modo tale da non
accorgersi del variare della velocit� della luce). Allora, dato anche che la
meccanica quantistica dice che tutte le particelle sono in realt� onde, ho
pensato che se fosse possibile accettare che ci� che viene definito vuoto,
in realt� fosse una sostanza con le stesse propriet� assegnate al vuoto
dalle teorie attuali, si potrebbe riprendere in considerazione l'ipotesi
dell'esistenza di un etere (questo etere riempirebbe tutto l'universo, e
tutto quello che percepiamo, noi stessi compresi, sarebbe solo un insieme di
manifestazioni ondulatorie nell'etere).
Questo etere, per�, non sarebbe assimilabile alla materia, ma sarebbe
qualcosa di ben diverso, e le onde nell'etere non sarebbero assimilabili a
quelle che si manifestano nella materia, in quanto se quest'ultima � una
manifestazione ondulatoria, le onde sulla materia non sono altro che onde
che si manifestano su altre onde e, quindi, diverse dalle onde sull'etere,
che NON si manifesterebbero su altre onde.
Allora ho pensato che si possa ragionevolmente accettare che per questo
etere possano valere le stesse teorie assegnate al vuoto, senza doverle
bocciare perch� non sono accettabili per le onde sulla materia, dato che
queste ultime sono un fenomeno diverso da quello relativo alle onde
sull'etere.
Pertanto ho accettato come ragionevolmente possibile, l'ipotesi che ci� che
viene definito vuoto, in realt� possa essere etere.
Inoltre ho pensato che per l'etere si possano trovare delle teorie pi�
soddisfacenti di quelle attualmente previste per il vuoto, in quanto
all'etere si potrebbero assegnare delle propriet� in pi�, che potrebbero
consentire di spiegare meglio determinati fenomeni.
Tra detti fenomeni propongo quello della trasmissione della gravit� senza
ricorrere ai gravitoni.
Si potrebbe ipotizzare che una particella di materia consista in una specie
di gorgo di onde che prelevano (tirano) etere intorno a s� stesse per
"alimentarsi" (le onde sarebbero delle condensazioni di etere).
Cos� le zone limitrofe al gorgo si ritroverebbero con una minore densit� di
etere, che tenderebbero ad incrementare recuperando etere dalle zone pi�
esterne, e cos� via fino alle zone pi� lontane. Cos� ogni punto dell'etere
verrebbe ad avere una determinata densit� dipendente dall'insieme dei
tiraggi dei diversi gorghi (e cio� della materia).
Il gorgo potrebbe avere la propriet� di tirare etere in modo uniforme da
tutte le direzioni, pertanto, se in una determinata direzione trovasse una
minore densit� di etere (perch� pi� vicina ad un insieme di gorghi e cio� ad
una massa), per tirarne un'adeguata quantit�, dovrebbe spostarsi (o
allungarsi) di pi� verso tale direzione, di una determinata lunghezza per
unit� di tempo (accelererebbe), in funzione della differenza di densit�
rispetto all'etere esistente nelle altre direzioni.
E cos� si spiegherebbe l'attrazione gravitazionale.
L'etere attorno al gorgo potrebbe essere immaginato come una specie di
voluminoso elastico, la cui sezione aumenta con l'aumentare della distanza
dal gorgo, e la quantit� d'etere tirato da quest'ultimo potrebbe essere
uniforme per tutte le distanze. Cos� dove la sezione dell'elastico �
maggiore, ci sarebbe un tiraggio ripartito su un'area maggiore (non sarebbe
corretto parlare di area, ma non ho trovato un modo migliore per esprimermi
in poche parole) e, quindi, minore per una stessa unit� d'area, in funzione
del quadrato della distanza dal gorgo.
E cos� si spiegherebbe perch� la gravit� cala col quadrato della distanza.
In pratica un corpo celeste si muoverebbe nello spazio, tirando un'uguale
quantit� di etere da tutte le direzioni e, pertanto, seguirebbe una
traiettoria dipendente dalle densit� di etere rilevate nello spazio (si noti
una certa similitudine con gli effetti della curvatura dello spazio della
teoria della relativit� generale).
Per sostenere la mia ipotesi propongo un confronto con l'ipotesi dei
gravitoni, sul caso della trasmissione della gravit� al di fuori di un buco
nero.
Nell'ipotesi dei gravitoni, la forza di gravit� del buco nero non consente
l'uscita dei gravitoni, per cui non si riesce a spiegare come la gravit�
possa essere percepita dagli altri corpi celesti come, invece, �
riscontrabile dalle osservazioni (vedere anche e-mail di W. Moretti del
15/3, e precedenti, sui buchi neri).
Con la mia ipotesi, invece, la gravit� verrebbe trasmessa tramite tiraggi di
etere, che causerebbero forti riduzioni di densit� dell'etere esternamente
al buco nero, che verrebbero percepite dai corpi celesti, causando la loro
deviazione verso il buco nero stesso.
Ed ora concludo, ringraziando dell'attenzione e salutando tutti.
Dino.
Received on Wed Apr 05 2000 - 00:00:00 CEST
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