Per il moderatore:
Ho gi� inviato questo messaggio il 15/03/00 alle ore 1.45 e non mi risulta
ancora pubblicato.
Supponendo che non ti sia arrivato te lo riinvio di nuovo.
Ciao, Mauro.
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Xself ha scritto nel messaggio ...
Senza aver sviluppato calcoli in proposito, secondo me:
1) la curvatura delle traiettorie data dal campo grav (forte o piccolo
che sia) produrr� un maggior numero di riflessioni sulla parete inferiore
della scatola, in modo tale che si misurer� la stessa forza "peso".
2) anche accelerando la scatola si avr� lo stesso identico effetto (un
osservatore solidale con la scatola vedr� i fotoni percorrere traiettorie
curve esattamente come se su di esse agisse un campo grav).
In altre parole secondo me la nostra bilancia a bracci uguali rimarr�
sempre equilibrata, anche se la forza avr� origini diverse.
Se trasformi la massa in fotoni e poi acceleri la scatola dovrai fornire
una forza uguale a quella che forniresti per accelerare la massa
originale, solo che ora questa forza non servir� ad equilibrare la forza
d'inerzia (nulla perch� la luce non ha massa) ma la pressione che si
genera a causa del maggior numero di riflessioni sulla parete della
scatola che � opposta alla direzione del moto.
Spero di essermi spiegato...
Xself
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Grazie, ti sei spiegato benissimo e sei stato perfettamente esauriente.
Devo dire che condivido esattamente le tue previsioni anche se non le tue
conclusioni.
Tempo fa ebbi ad affermare che durante una misurazione eventualmente
effettuata in un laboratorio in caduta libera anche la luce sarebbe caduta
insieme al laboratorio e mi si rispose che la luce non cade perch� non
avendo massa non subisce l'azione della gravit�.
Tu mi confermi che invece a tuo parere cadrebbe insieme al laboratorio.
Mi piacerebbe avere il parere di qualcun'altro, non perch� non ritenga il
tuo autorevole, ma solo per sapere se questo � ci� che pensa ufficialmente
la scienza, e addirittura se ci sono prove sperimentali in tal senso.
Finora purtroppo siamo ancora all'esperimento ideale.
Tu avrai letto, immagino, anche le deduzioni che anticipavo nel caso la
risposta fosse stata questa.
Credo che a questo punto la discussione diventi epistemologica.
Tu dici che l'effetto, indistinguibile dall'esterno della scatola, non �
da attribuirsi a massa della luce, ma a pressione differenziale di
radiazione.
Ma questa pressione differenziale di radiazione, non si comporta esattamente
come farebbe un gas?
Se anzich� materia ed antimateria nella scatola ci fosse un composto che da
solido diventasse gassoso, non avresti la stessa pressione differenziale?
E questo non lo attribuiresti al fatto, di cui nessuno dubita, che il gas ha
massa?
Se come spesso si usa affermare in fisica il tempo � quel qualcosa che si
misura con l'orologio, e lo spazio � quel qualcosa che si misura con il
metro, non � altrettanto giusto affermare che la massa gravitazionale � quel
qualcosa che si misura con la bilancia e la massa inerziale � quel qualcosa
che si misura con il metodo F=m*a ?
Se � vero quanto tu ed io prevediamo, non se ne dovrebbe concludere che la
luce ha sia massa gravitazionale che massa inerziale?
Il fatto che possa esistere una teoria diversa che spieghi ugualmente un
comportamento simulante la massa, e ammesso che tale teoria lo spieghi (vedi
le difficolt� che si hanno in relativit� einsteniana a giustificare
l'impulso della luce), pu� questo farci prescindere dalle definizioni
sperimentali
che si danno di massa, spazio, tempo?
Oppure, mentre prima non esisteva una definizione di questi enti che
prescindesse dalla misurazione degli stessi, oggi la si � trovata?
E' per caso una definizione del tipo : la massa � quell'ente che misurato in
qualsiasi modo non contraddice la relativit� einsteniana?
La fisica non era figlia diretta del metodo sperimentale di Galileo Galilei?
E Galileo non anteponeva il valore dimostrativo dell'esperimento a quello
della teoria?
Ciao, Mauro.
Received on Mon Mar 20 2000 - 00:00:00 CET
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