Dico la mia su questa questione che, ormai saremo tutti
d'accordo, proprio banale banale non si direbbe.
A me sembra che la soluzione data inizialmente
da JrD sia inattaccabile, soprattutto alla luce delle
successive delucidazioni date da Walter (la questione
"ab ovo").
Direi anche che un eventuale esperimento lascerebbe
in ogni caso l'amaro in bocca: o non darebbe una risposta
chiara (io credo che la darebbe) o quando anche la
desse non ci direbbe certo _dove_ si sbaglia
(questo, almeno, a mio modo di vedere) quando
si afferma che la forza dipende da epsilon.
Mi sembra che la soluzione si possa vedere immaginando
il dielettrico sufficientemente "lento" (o immaginando
di spostare la piastra, per compiere il lavoro _reale_,
in maniera sufficientemente veloce).
Se il dielettrico e' "lento", appena eseguito lo spostamento
deltax della piastra, si sara' generata una regione di spazio
tale che l'integrale (1/8 pi)* ( D * E ) = (1/8 pi)* ( E * E )
sulla regione stessa sara' pari al lavoro compiuto nello
spostare la piastra (D=E perche' il dielettrico, essendo
lento, non si e' ancora polarizzato).
In questo caso la questione "ab ovo" di Walter-la originaria
osservazione di JrD e le questioni sul bilancio energetico
vanno tutte d'accordo.
Dopo un po' il dielettrico si polarizza cioe', immaginando
un dielettrico polare, i dipoli si mettono ad oscillare, oppure,
immaginandolo non polare, si mettono a vibrare.
Con la polarizzazione del dielettrico parte della energia
di campo si trasforma in energia di rotazione (o di
vibrazione) dei dipoli, cioe', in ultima analisi, in calore.
La forza esercitata sulla piastra, cosi' come il lavoro
prodotto in origine, e' indipendente da epsilon;
l'incremento di energia immagazzinata nel
condensatore, cosi' come il calore dissipato
durante la polarizzazione, dipendono da epsilon.
Quando facciamo il bilancio energetico non possiamo
immaginare di compiere _soltanto_ il lavoro necessario
ad aumentare l'energia di campo: tale aumento comporta
polarizzazione del dielettrico e con essa dissipazione
di calore.
Questo almeno e' quello che sembra a me.
E' la soluzione della questione?
Ciao.
--
Bruno Cocciaro
email:nospamb.cocciaro_at_leonet.it togliere "nospam" per avere il
corretto indirizzo.
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Li portammo sull'orlo del baratro e ordinammo loro di volare.
Resistevano. Volate, dicemmo. Continuavano a opporre resistenza.
Li spingemmo oltre il bordo. E volarono.
---------------------------------------------- (G. Apollinaire)
Received on Mon Mar 20 2000 - 00:00:00 CET