Re: Costante di Planck

From: Piercarlo Boletti <piercarloboletti_at_tiscalinet.it>
Date: 2000/01/21

In article <3887813B.9EE0296_at_univ.trieste.it>, Giorgio Pastore
<pastgio_at_univ.trieste.it> wrote:

> Un paio di osservazioni :
>
> 1) non mi e' chiaro cosa significa "spiegare" la costante di Planck per
> chi ha posto la domanda: come si "spiega" c,e,la massa dell'
> elettrone... ?
>
> 2) il fatto che l' azione abbia dimensioni energia*tempo NON significa

> In meccanica l' azione e' un oggetto un po' complicato: viene definita
> come l' integrale sul tempo, tra l' istante t0 e t1 fissati, della
> lagrangiana
>
> Last but not least, se fosse vero il tuo modo di enunciare il principio,
> la meccanica classica direbbe che "non puo' succedere nulla" per usare
> le tue parole. Pero' la meccanica classica funziona sulla scala della
> nostra esperienza quotidiana oltre ogni ragionevole dubbio.
>
> Ciao
>
> Giorgio Pastore

Controosservazione: la meccanica classica "funziona" perch� esiste,
sottostante, una meccanica quantistica; senza quest'ultima (e senza la sua
costante di Planck) non esisterebbe NIENTE, neppure il principio di minima
azione (o qualsiasi altro principio se � per questo). Il fatto stesso che
"non ci sia niente di paradossale" nel principio di minima azione � dovuto
proprio al fatto che esiste il quanto d'azione. Il paradosso esisterebbe
se NON CI FOSSE tale quanto. Ne sono talmente convinto di questo al punto
di affermare che, se ha un senso parlare di un "prima" del big-bang, esso
era caratterizzato soprattutto dal non possedere NESSUNA COSTANTE DI
PLANCK. Che poi questa costante non possa essere dedotta da altre costanti
(cos� come ancora oggi, in barba a tutte le "superteorie", tante costanti
fisiche - masse delle particelle, cariche elettriche, costante G ecc. -
te le misuri e te le incassi cos� come sono, senza spiegazione alcuna) �
un problema che sinceramente non vedo come possa essere risolto.

Il mio tentativo di "spiegare" (e di spiegarlo ad una persona che
probabilmente non e' uno "specialista" ma solo un curioso come lo sono io)
non andava in questa direzione ma piuttosto nel farsi un'idea del RUOLO
che gioca la costante di Planck a tenere in piedi il mondo. Questo tipo di
"spiegazioni" sono sempre possibili: si spiega COSA FANNO (basta ragionare
sui dati disponibili per arrivarci) non PERCHE' lo fanno (curiosita' oggi
impossibile da soddisfare). Si tratta di trovare delle connessioni tra i
fatti e in questo senso si puo' spiegare tutto quello che si vuole (cos�
come anche "toppare" ed essere smentiti)

Quanto al resto delle tue obiezioni sinceramente non so che dire; non
essendo un matematico (e non avendo neppure il tempo per diventarlo) ho
preso l'idea di azione nella forma piu' terra-terra possibile: prodotto di
una energia per un tempo, o meglio di un lavoro per un tempo. Non ho
capito bene quali santi sono andato a disturbare; quello che ho fatto poi
� stato semplicemente "visualizzare" il significato di un'azione minima al
di sotto della quale non si ha nessun evento e trarne le conseguenze. Non
capisco proprio come quello che ho detto "contraddica" la meccanica
classica: ho semplicemente cercato di dare un'idea di quale possa essere
il ruolo della costante di Planck nel permettere al nostro mondo di
esistere.
Non sar� un granche' "elegante" ma attraverso questa idea sono arrivato -
da solo - a capire come i cari elettroni non si "schiantano" sul nucleo e
a trovarlo un evento perfettamente logico e sensato e non un coniglio che
sbuca da qualche cilindro, come molte volte si ha l'impressione che sia.
Ognuno si arrangia con i mezzi che ha; oltrettutto non occupandomi di
fisica per lavoro ma solo per diletto posso anche accontentarmi di una
descrizione qualitativa della natura senza imbestialirmi nei problemi di
una descrizione quantitativa. E' come ammirare un bel quadro: si puo'
capire e "sentire" il significato di un dipinto anche senza saper nulla
della tecnica del dipingere. Spero di essermi spiegato. In ogni caso
grazie lo stesso!

Piercarlo

PS - Sarebbe un'ottima cosa, quando si vuol "demolire" un'idea, indicare
anche un suo possibile sostituto, se esiste, e comunque non solo dire "�
sbagliato" ma anche spiegarne le ragioni.
Received on Fri Jan 21 2000 - 00:00:00 CET

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