Re: Sistemi di riferimento
Carlo Canali wrote:
>
> Qualunque studente al primo anno del corso di fisica accetta facilmente
> l'idea che un sistema si possa
> definire inerziale qualora la sua velocit� non vari nel sistema di
> riferimento delle stelle fisse.
> Il fatto � che questa definizione appare anacronistica: la legge di Hubble e
> le attuali teorie cosmologiche affermano chiaramente che le stelle fisse...
> non sono fisse.
> Come conciliare, allora il principio di inerzia con il fatto che l'universo
> � in continua espansione?
> L'idea migliore sarebbe quella di considerare inerziale un sistema in cui
> vige la "massima isotropia" rispetto, ad esempio, al red-shift stellare, ma
> tutto questo non rischia di mettere in crisi il concetto di teoria fisica
> locale? Insomma, il principio di inerzia � troppo importante
> per essere classificato come "quasi scontato".
Ciao, quello che sollevi e' un problema interessante e purtroppo poco
discusso.
Dobbiamo tenere conto che una volta assunta la relativita' generale,
non c'e' alcun bisogno logico di tenere il vecchio principio d'inerzia.
Anche se spesso si mantiene per puri scopi "pedagogici" spiegando la
stessa RG.
Nella fisica classica c'era l'idea (il postulato) che puo' essere
espressa in un linguaggio moderno e non tautologico come quello di
Newton dei principia (almeno su queste questioni), come l'ipotesi
che esiste/esistesse una classe privilegiata di sistemi di riferimento
in cui TUTTI i corpi sufficientemente lontani tra di loro si muovessero
di moto rettilineo uniforme [e questo e' altamente non quando hai piu'
di UN corpo "sufficientemente lontano" banale se ci rifletti un attimo,
e a me, quando riusci' a riformulare in termini fisicamente sensati
le tautologie che mi avevavno insegnato a recitare, non sembro' per
nulla, anche perche' secondo me il mio insegnate del primo anno di
fisica, non l'aveva in realta' nemmeno lui capito.]. In questa classe
di sistemi veniva e viene descritta tuttora la meccanica classica cosi'
come, piu' o meno, la imposto' Newton, ed il concetto di forza reale
veniva/viene definito in tale classe di sistemi.
SE questo assunto era verificato e sistemi inerziali esistevano allora
nascevano varie proposizioni sperimentali (aggiungendo assunti "ad hoc"
piu' o meno attendibili: per esempio che un sisitema in quiete
con il centro di massa del sisitema solare, cioe' sostanzialmente con
il sole) fosse un sitema inerziale, che sono poi state
verificate nell'ambito delle tecnologie disponibili. Non ricordo
quale pianeta e' stato previsto esistere e poi sperimentalmente
osservato, proprio in base a tali assunti ed alla legge di gravitazione
di Newton [altri fenomeni come la precessione del perielio dell'orbita
di Mercurio, invece sono rimasti inspegati nella meccanica classica].
Con cio', l'impostazione di Newton e' stata almeno
localmente (nel sisitema solare) "corroborata".
Ma tu ben sai che se A => B e B e' vera allora
e' in generale falso che A sia vero, per cui ci possono essere altre
spiegazioni degli stessi fatti sperimentali, ovvero spiegazioni
dell'esistenza *locale* (per locale intendo distanze dell'ordine del
sistema solare almeno) di sistemi di riferimento che si comportano
come quelli inerziali, all'interno di una teoria piu' ampia della
meccanica classica.
In quest'ottica si puo' pensare che l'esistenza "locale" di
coordinate inerziali sia conseguenza (su piccole scale spaziotemporali)
della struttura certe soluzioni locali delle equazioni di Einstein,
dove, lo ripeto, per "locali" intendo distanze grandi come il
nostro sistema solare e forse oltre. Ora non saprei dire se il tuo
suggerimento basato sull'isotropia sia quello giusto, purtroppo non
mi sono mai occupato del problema in modo particolare, ma non vedo
per principio un grosso problema.
In quest'ottica la coincidenza fisica degli apparenti sistemi
inerziali come quei sistemi in quiete con le stelle fisse potrebbe
avere una spiegazione che nella meccanica di Newton non puo' avere
(perche' non e' pensabile in quella teoria un'azione che costringa i
corpi lontani a muoversi in moto rettilineo uniforme reciproco, tale
azione sarebbe propagata da una"forza" che e' assunta essere nulla in
questo caso).
Ciao, Valter Moretti
Received on Fri Jan 07 2000 - 00:00:00 CET
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