Il 03/02/2023 22:46, Carlo Studente ha scritto:
...
> Tra i due fili della presa di casa non c'è una ddp. 230 V non solo un valore di ddp. Si può dire che c'è una tensione, che si misura in volt.
Se il circuito è aperto allora tra i 2 capi della presa è presente
una d.d.p. di valore nominale V(t) = 230 sqrt(2) cos(w t) V,
con w = 100 Pi rad/s; ha senso parlare di d.d.p. perché la
frequenza di rete è abbastanza piccola per poter considerare
i campi lentamente variabili.
Quindi ad es. se i 2 capi venissero collegati alle armature
distanti d di un condensatore piano sottile in aria allora il
campo elettrostatico interno avrebbe modulo |V(t)| / d ecc. ecc..
Se il circuito è chiuso su un carico allora tra i 2 capi della
presa sarà ancora misurabile una d.d.p., minore che in precedenza
a causa della caduta di tensione sui cavi.
...
>> Mi direste gentilmente perchè quando si studia il campo gravitaz.
>> non si parla di lavoro per unità di massa e invece con i campi elettrici
>> si usa l' unità di carica ???
>
> Credo perché maneggiando cariche elettriche hanno scoperto tante altre leggi oltre alla legge di Coulomb (che ti fa *associare logicamente* cariche e masse visto che è simile alla legge di gravitazione)
Temo di non aver capito: in gravitazione si definisce
il campo del potenziale gravitazionale tale che la differenza
di potenziale U(A) - U(B) tra 2 punti A e B sia il lavoro
per unità di massa del campo gravitazionale quando un corpo
di prova (p.m.) viene spostato da A in B (che si possa definire
un potenziale è un fatto sperimentale, una proprietà fondamentale
del campo gravitazionale, che allora chiameremo conservativo),
in elettromagnetismo il potenziale elettrostatico è definito in modo
del tutto analogo, il ruolo della massa è assunto allora dalla carica
elettrica.
Ciao
--
Giorgio Bibbiani
Received on Sat Feb 04 2023 - 07:24:31 CET