Re: Perche' il mondo e' matematico(continua...)

From: Maurizio Bonfanti <maurizio.bonfanti_at_tin.it>
Date: 1999/12/03

Jago wrote
>
> In realta' volendo citare Hofstader e altri, se si riesce a diminuire il
> tempo di calcolo che intercorre tra 2 correzioni in ragione minore di 1/n
> allora la serie e' convergente e quindi e' possibile fare infinite
> iterazioni in untempo finito (questa e' speculazione accademica
> allo stato brado...)

Hofstadter pone come premessa (o come pregiudizio), piuttosto che come
conclusione, la computabilit� del sistema universo, e anche del sistema
mente, perci� � a caccia di giustificazioni.
>
> C'e' un filosofo che sostiene che, ammesso che il linguaggio intrinseco
> della natura sia il calcolo differenziale, l'unico 'computer'
> sufficientemente complesso da poterne simulare la soluzione e'
> l'Universo stesso (forse non e' molto attinente ma trovo la cosa in
> qualche modo maledettamente affascinante): come dire che per
> simulare l'universo si ha bisogno dello universo.

Mi chiedo se potrebbe essere diveramente. Se si considera l'universo come un
sistema il cui numero di variabili di stato � illimitato (o se preferisci
infinito), le corrispondenti equazioni differenziali, o le dimensioni della
matrice di stato non possono che essere in pari numero. Le equazioni
differenziali non sono che modelli formali delle relazioni fra le variabili
dei sistemi. Non potrebbero quindi essere meno numerose delle relazioni
stesse, che evidentemente sono illimitate (o infinite con grado di infinit�
a sua volta infinito, dato che le relazioni sono fra "ogni" ente e "ogni"
altro, nessun ente di questo particolare sistema potendo definirsi isolato).
In ogni caso, il linguaggio della natura non � quello differenziale o un
altro futuribile. Si tratta di nostri linguaggi, sottoinsiemi del (nostro)
linguaggio naturale, costruiti a modo nostro (ossia con la forma che noi
abbiamo dato loro sulla base delle nostre peculiarit� espressive) astraendo
l'esperienza, ossia "rappresentando" la natura a modo nostro. Il salto dalla
rappresentazione all'attribuire alla realt� stessa le propriet� che sono
invece solo quelle della rappresentazione � un vecchio vezzo che
si ritrova in tutte le culture. Per esempio, abbiamo escogitato il
computer, ed ecco Hofstadter sostenere che la mente � un
computer biologico.
>
> Vabbeh, sto delirando, vado a dormire che e' meglio.

Non credere che dormire risolva i deliri. Spesso uno si sveglia e scopre di
aver risolto un problema, grida "Eureka" e tutti invece gli dicono, appunto,
che sta delirando, perch� non volevano affatto che fosse risolto ma
preferivano una giustificazione sulla base di ci� che gi� sapevano.
In ogni caso, buon riposo.
>
> --
> *******************************
> Alessandro ORLANDI

Salve
Maurizio
Received on Fri Dec 03 1999 - 00:00:00 CET

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