Re: R: R: acqua magnetizzata contro il calcare
REIKI wrote:
> E' incredibile!
> Quando rivolgo una domanda precisa ad un ng. la cosa dopo qualche settimana
> degenera in un'argomento spesso orientato all'opposto.
> Dal semplice voler sapere se l'acqua pu� essere magnetizzata, siamo passati
> alla costruzione di impianti idraulici sul territorio nazionale che
> sfruttano le onde magnetiche per depurare le fogne, e spurgare i pozzi e
> rigenerare laghi inquinati.
> Il bello dell'essere umano � proprio questa sua grandezza di pensiero.
>
> Comunque ritornando con i piedi per terra, la mia domanda era rivolta ad
> un'altro scopo. La notizia di questa acqua magnetizzabile l'ho appresa ad un
> corso di omeopatia, dove si voleva dimostrare a tutti i costi la teoria
> della memoria dell'acqua partendo proprio dal fatto che l'acqua �
> magnetizzabile.
> Ora avendo appreso che l'acqua pu� essere magnetizzata, la continuazione
> logica che ci fa approdare alla memoria dell'acqua pu� essere vera?
Attento, leggi bene cosa e' stato scritto!
Applichi un campo magnetico all'acqua e osservi una particolare
cristallizzazione
del carbonato di calcio. Fin qui niente di strano: interessante, semmai, ma
niente a che
vedere con la presunta "memoria dell'acqua".
Applichi un campo magnetico e poi lo togli e, DOPO, osservi una
cristallizzazione
particolare del CaCO3: solo apparentemente strano, infatti, probabilmente
durante
l'applicazione del campo gia' si sono formati i germi cristallini della
vaterite
(la forma del carbonato che, e' stato detto, si viene a formare) oppure, germi
gia' formati della
aragonite si sono modificati (mentre il campo era applicato).
La cosa veramente strana sarebbe: prendo dell'acqua distillata (meglio
bidistillata), applico
il campo magnetico per un certo periodo, elimino il campo, uso quell'acqua per
preparare
una soluzione di un carbonato parzialmente solubile (per esempio Na2CO3),
aggiungo
CaCl2 e osservo precipitazione di vaterite; se invece uso acqua non
preventivamente
sottoposta al campo, allora osservo precipitazione di aragonite (o calcite,
insomma
un polimorfo diverso dalla vaterite). Questo sarebbe un bel risultato! Ma gli
esperimenti
sono fatti in questo modo? Non mi sembra.
Per quanto riguarda l'uso della "memoria dell'acqua" per spiegare
l'omeopatia....
beh e' un'aperta contraddizione verso lo stesso principio base dell'omeopatia:
il "farmaco" omeopatico cura una data patologia se, in dosi non omeopatiche
(misurabili),
provoca nell'individuo sano la stessa sintomatologia che la patologia provoca
nell'individuo
malato. Se l'acqua "ricordasse" gli effetti di un dato principio attivo quando
questo, di fatto,
in soluzione non esiste piu', allora dovrebbe accentuare la sintomatologia nel
paziente, non
alleviarla (altrimenti sarebbe un "ricordo a rovescio"). Che dire poi dei
preparati omeopatici
che non sono in soluzione acquosa ma in forma di pastiglietta di zucchero?
Che, c'e' forse pure una memoria del saccarosio!?
Ciao
Mauro
Received on Fri Dec 03 1999 - 00:00:00 CET
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