Re: TERZO PRINCIPIO DELLA DINAMICA!!!! LEGGETE PER FAVORE!
> Molti sorrideranno al sentire questo mio dubbio, ma vi prego se potete
> schiaritemi le idee.
> Il terzo principio della dinamica dice che se un corpo A eservita una forza
> su uno B, anche B esercita la stessa forza su A.
> Ma allora sommando tutte le forze uguali e contrarie che ogni parte esercita su
> se stessa, come fa la macchina a muoversi?
E' semplice: le sommatorie delle componenti opposte delle forze sono
uguali, ma sono le masse delle varie parti del sistema ad essere
diverse!
Sono solo uno studente del secondo anno di Fisica, ma nonostante
la mia inesperienza, per una cosa cosi' semplice posso tentare di
darti una mano per capire.
La storia dell'azione reazione e' molto intuitiva. E' vero che le
forze sono uguali ed opposte, ci mancherebbe. Ma questo non ti dice
nulla sul movimento degli oggetti. Se tu spingi un libro che hai
sulla scrivania con una forza F, il libro esercitera' una forza -F su
di te, quindi le forze si compenseranno. Ok. Ma il movimento non
c'entra con le forze: e' dato solo dal vettore accelerazione. Come
fai a sapere quanto vale quest'ultimo? Semplice, F=ma e' appunto la
relazione matematica che lega queste due misteriose entita', e ti
permette facilmente di calcolare l'una conoscendo l'altra.
Se F e' uguale (supponiamo) ad 1 Newton, e la massa del
libro ad 1 Kg, l'accelerazione de libro sara' di 1 m/s^2.
Quindi come vedi non restera' fermo. E tu invece?
Perche' subendo la stessa forza non ti muovi?
Vediamo: anche il tuo dito subisce quella forza, solo contraria: -F.
Quanto sara' l'accelerazione del tuo corpo (che e' attaccato al tuo
dito), sapendo che la massa del tuo corpo e' di 70Kg?
Semplice, a=F/m, ovvero 1/70 esimo di quella applicata al
libro. Ecco perche' ti sembra di stare praticamente fermo anche
quando sposti un libro. Se provi a spostare un mobile grosso invece,
te ne accorgi eccome che ti accelera indietro... e infatti per
rimanere fermo devi compensare con un altra forza, quella di attrito
dei tuoi piedi sul pavimento.
Il problema e' quindi tutto nel fatto che l'accelerazione del moto
passa attravero un fattore di proporzionalita' che e' la
massa, che va a dividere la forza. Una forza molto piccola applicata
ad un oggetto di massa molto grossa lo muove appena, e
viceversa. Se ti studi la funzione F/x=y, dove y e' l'accelerazione
ed x la massa scopri che si tratta di una iperbole, segno
inconfondibile della proporzionalita' inversa, che trovi molto
spesso in natura (pensa alla legge di Boyle). L'iperbole e' quella
misteriosa relazione in cui all'aumentare ad esempio della pressione
o della massa, il volume diminuisce ma diminuisce sempre di meno,
finche', ad un certo punto, anche un delta *enorme* di pressione in
piu' provoca solo un delta insignificante di volume in meno. In
pratica anche con una massa incredibilmente grande, non riuscirai mai
a trovare una forza cosi' piccola che non riesca a modificarne la
quantita' di moto.
(Almeno in un mondo ideale newtoniano. In questo secolo si e'
scoperto con *orrore* che il mondo era quantizzato e che in effetti
una forza piccola non ha alcun effetto perche' non supera una certa
soglia necessaria al quantum leap, ma questa e' un altra storia,
su cui non oso pronunciarmi finche' non avro' dato un esame di MQ
fra qualche annetto...)
Spero di esserti stato d'aiuto. :-)
A presto!
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Emanuele Sabetta, | "I'm an explorer, ok?...
emasoft_at_tiscalinet.it | I like to find out."
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| Richard Feynman
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Received on Mon Nov 08 1999 - 00:00:00 CET
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