Bruno Cocciaro il 27/9/99 ha scritto:
> .........................................
> la convenzione 1) o 2); ad ogni modo tutti, per quanto ne so,
> concordano nel dire che il problema si risolve tirando in ballo le
> accelerazioni.
> .....................................
In realta' esiste una terza 'convenzione' che NON tira in
ballo le accelerazioni; sta in un libretto di Leon Brillouin
" Relativity reexamined', Academic Press 1979.
L'autore inizia considerando due gemelli. uno parte a velocita'
0.6c ed invia verso il fratello a casa un segnale ogni due ore
del suo orologio ( dell'orologio in movimento ); dopo otto anni,
in un punto A dello spazio, incontra un terzo gemello che rientra
alla stessa velocita' e sincronizzano i loro orologi. Ora e' il
terzo gemello che invia al primo un segnale ogni due ore del suo
tempo. dopo otto anni incontra il primo gemello.
Mentre per gli orologi in moto sono passati in tutto 16 anni,
per quello che e' rimasto a casa ne sono passati 20!. La cosa
puo' essere verificata dal gemello che e' rimasto a casa,
contando gli impulsi che ha ricevuto dai fratelli in volo;
tenuto conto dell'effetto doppler, le cose tornano.
Come si dovrebbe vedere se la descrizione che ne ho fatto fosse
chiara, non e' necessario prendere in considerazione le
accelerazioni,
confermando appieno che il 'paradosso' dei gemelli e' tutto
descrivibile in termini di soli riferimenti inerziali.
Cordiali saluti.
PS. ovviamente il secondo e terzo gemello sincronizzano i
loro orologi al volo, senza fermarsi !!.
Ps2.In questa versione mi sembra che non ci sia nemmeno la
possibilita' di fare considerazioni di simmetria tipo,
'ma anche il secondo gemello vede...', se consideriamo
l'effetto Doppler, si vede che i tre gemelli vedono
situazioni diverse.
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Received on Tue Sep 28 1999 - 00:00:00 CEST