capaneo ha scritto nel messaggio <37F09FAD.41C6_at_saturn.ias.rm.cnr.it>...
>
>Bruno Cocciaro il 27/9/99 ha scritto:
>
>> .........................................
>> la convenzione 1) o 2); ad ogni modo tutti, per quanto ne so,
>> concordano nel dire che il problema si risolve tirando in ballo le
>> accelerazioni.
>> .....................................
>In realta' esiste una terza 'convenzione' che NON tira in
>ballo le accelerazioni; sta in un libretto di Leon Brillouin
>" Relativity reexamined', Academic Press 1979.
Per quanto riguarda le convenzioni 1) e 2) mi sono gia'
corretto in un post in risposta a Valter Moretti; convenzioni
che trattano l'ambito della RG, non il paradosso dei gemelli.
>L'autore inizia considerando due gemelli. uno parte a velocita'
>0.6c ed invia verso il fratello a casa un segnale ogni due ore
.....
io sinceramente non vedo "assenza" di accelerazioni;
dipende dai punti di vista, ma il paradosso dei gemelli
"puro" concerne due gemelli, o anche piu' di due se vuoi,
che in un certo istante tin si trovano in uno stesso sistema
di riferimento e in un certo altro istante tfin si ritrovano nello
stesso sistema di riferimento. Il "paradosso" sta nel fatto
che i due gemelli non concordano nel valore di tfin.
Insomma, riprendendo l'esempio riportato da te,
dopo che sono passati otto anni per il gemello in volo,
il primo gemello dovrebbe incontrarsi di nuovo con il
secondo, non con il terzo.
Se si fa ricorso solo a due gemelli allora necessariamente
si deve far ricorso a qualche accelerazione (partenza,
virata, fermata) magari istantanea (in tal caso mi sembra
risulti necessaria anche l'ipotesi che se l'accelerazione e'
"istantanea" in un sistema di riferimento lo e' anche
in un qualsiasi altro).
Il punto e' che poiche' il primo gemello non si e' sincronizzato
con il terzo all'inizio del viaggio, potrebbe risultare non
paradossale il fatto che i due (primo e terzo gemello)
si ritrovino non sincronizzati alla fine.
E' una questione di lana caprina e, direi, di scarso interesse
(di fatto e' vero che l'orologio del terzo gemello, a fine viaggio,
segna esattamente il valore che avrebbe segnato l'orologio
del secondo se quest'ultimo, all'incontro con il terzo, con
una accelerazione istantanea, e infinita, si fosse portato nel
suo sistema di riferimento) ma e' tanto per dire che i supposti
"detrattori" della teoria della relativita' troverebbero chissa'
quali motivi (inconsistenti quanto vuoi, ma ne troverebbero
comunque tanti) per "attaccare" il paradosso dei gemelli se
questo venisse presentato nella forma proposta da te (con
i tre gemelli invece di due).
Gia' che ci sono, ricordo che una piccolissima variante della
presentazione del paradosso fatta da te, o se preferisci, da
Leon Brillouin, era stata presentata da me a maggio in un
post dal titolo "Il paradosso dei gemelli" (in sostanza l'unica
differenza sta nel fatto che io faccio ricorso a due gemelli
e non a tre) e poi, immagino, innumerevoli altre volte
in questo newsgroup o in altri libri o siti; es:
http://physics.syr.edu/courses/modules/LIGHTCONE/java/TwinParadox.html
> Cordiali saluti.
Ciao.
--
Bruno Cocciaro
email:nospamb.cocciaro_at_leonet.it togliere "nospam" per avere il
corretto indirizzo.
-------------------------------------------------------------------------
Li portammo sull'orlo del baratro e ordinammo loro di volare.
Resistevano. Volate, dicemmo. Continuavano a opporre resistenza.
Li spingemmo oltre il bordo. E volarono.
--------------------------------------------- (G. Apollinaire)
Received on Mon Oct 04 1999 - 00:00:00 CEST