In article <EEwH3.44679$1u4.300101_at_typhoon.libero.it>,
"Dario Tiveron" <sapiente1987a_at_yahoo.it> wrote:
...
> Immaginiamo che esistano due astronauti disposti a sacrificare la
propria
> vita per il progresso scientifico, e ipotizziamo anche che essi siano
> soggetti all'attrazione gravitazionale di una massa ma (...e vi chiedo
qui
> di astrarre!) che non risentano della differenza di potenziale
> gravitazionale della forza che agisce sulla testa e di quella che
agisce sui
> piedi. Poniamo dunque il primo all'esterno dell'orizzonte degli eventi
di un
> buco nero e ipotizziamo che esso si trovi in uno stato di quiete
> relativamente al buco nero stesso; il secondo osservatore, invece, sta
> cadendo dritto dentro l'orizzonte degli eventi. Cosa succeder�? Man
mano che
> l'osservatore in caduta si avviciner� all'orizzonte del buco nero, per
> effetto della forza di gravit� che � tanto pi� forte quanto minore �
la
> distanza dal centro di massa, verr� visto dall'astronauta in quiete
sempre
> pi� spostato verso il rosso a causa del redshift che rallenta, o
meglio
> allunga, gli intervalli tra le creste delle onde elettromagnetiche
(anche
> se in realt� i fisici preferiscono pensare a fotoni sempre meno
energetici):
> in altri termini, l'osservatore in quiete vedr� rallentare sempre di
pi�,
> relativamente al proprio, il tempo del collega in quanto, poich� la
velocit�
> della luce deve rimanere costante per tutti gli osservatori, aumenter�
> l'intervallo di tempo tra l'arrivo di un fotone e il successivo,
> quest'ultimo appunto sempre meno energetico. Questa situazione, per�,
si
> manterr� solo finch� l'osservatore in caduta non raggiunger�
> l'orizzonte degli eventi del buco nero: quando ci� accadr�
l'osservatore in
> quiete vedr� sparire il suo collega senza pertanto vederlo giungere
alla
> singolarit�.
> Ma la stessa situazione, considerata nella prospettiva dell'astronauta
in
> caduta nel buco nero, � inversa. L'astronauta, non solo vedr� superer�
> l'orizzonte degli eventi, ma impiegher� un tempo pari a circa 7ms, o
> generalizzando, un tempo X per arrivare alla singolarit� (questo
numero
> viene proposto dal libro "Dal big bang ai buchi neri" di S. Hawking e
da
> altri come media di buchi neri di massa differente).Man mano che si
> avviciner� alla singolarit�, l'astronauta in caduta vedr� i fotoni
> provenienti dall'esterno giungere sempre pi� rapidamente, tanto pi�
> rapidamente quanto pi� si avviciner� alla stessa. Evidentemente, al
> contrario del caso su esposto, il tempo di colui che cade,
relativamente
> all'osservatore esterno, e a tutti gli eventi che accadono al di fuori
> dell'orizzonte del buco nero, accelererebbe. Quanto pi� si avviciner�
alla
> singolarit�, tanto pi� rapidamente vedr� i fatti accaduti all'esterno.
NEL
> MOMENTO STESSO IN CUI GIUNGERA' ALLA SINGOLARITA' VEDRA' LA FINE
> DELL'UNIVERSO.
No, semplicemente perche' ,ad occhio e croce, man mano che l'astronauta
n.2 si avvicina all'orizzonte degli eventi,
vedra' "il resto dell'universo" accellerare
sempre di piu', e quindi vedra' il "rallentamento del tempo" nei
confronti del resto dell'universo esattamente come l'astronauta n.2
vedra' il "rallentamento" dell'astronauta n. 1.
Se calcoli la traiettoria del fotoni dal "resto dell'universo"
al buco nero, vedrai che nessun fotone che attraversa
l'orizzonte degli eventi dopo l'astronauta n. 2 lo raggiungera'.
GT
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Received on Tue Sep 28 1999 - 00:00:00 CEST