Re: Onde NON monocromatiche e fotoni
Elio Fabri ha scritto:
> No. Il passaggio nel prisma non provoca nessun collasso.
> Provoca invece un cambiamento dello stato del fotone, tale che le
> componenti di frequenza diversa (pero' io preferirei dire "di lunghezza
> d'onda diversa" si trovano ora a viaggiare anche in *direzioni*
> diverse.
> E' per questo che se a valle del prisma metti una batteria di
> rivelatori (in pratica potrebbe essere una lastra fotografica)
> l'arrivo del fotone a un dato rivelatore stara' a indicare anche una
> data l. d'onda.
> Il collasso ha luogo solo quando il fotone incontra i rivelatori.
OK, capito (anche grazie al tuo documento che mi ha dato l'idea che in
effetti il fotone e' un po "dappertutto" fino all'attimo prima che venga
rivelato da qualche parte)
>> Perche' no alle armoniche?
> Perche' "armoniche" significa "multiple di una fondamentale" e qui non
> c'e' nessuna fondamentale: c'e' solo una serie di frequenze diverse,
> nella maggior parte dei casi disposte in modo apparentemente
> irregolare.
>
Va bene, ricevuto. L'altra email in cui *immaginavo* di aver capito il
motivo l'ho mandata pochi minuti prima di leggere questa tua
spiegazione, solo e' apparsa un giorno dopo per via della moderazione.
>> In prima istanza sospetterei che lo stesso principio potrebbe darmi
>> qualche rogna all'uscita del prisma, ma poi pensandoci:
>> ...
> Qui non ho capito.
>
Credendo erroneamente che il "collasso" su un unico stato (ma e'
corretto dire "collasso"?) avvenisse al passaggio nel prisma, avevo il
timore che il principio di indeterminazione nella formulazione
tempo-energia non si conciliasse con la casistica di osservazioni
all'uscita del prisma..
Pero' un dubbio mi rimane (anche se non lo lego piu' al prisma ;-) ):
condizione necessaria e sufficiente per riscontrare le previsioni del
principio di indeterminazione e' la sovrapposizione di stati? Sono due
modi per parlare della stessa cosa? Cioe' voglio dire.. le
indeterminazioni delle coppie coniugate sono sempre riconducibili alla
sovrapposizione di stati o c'e' qualche caso in cui non dipende dalla
sovrapposizione di stati? E le sovrapposizioni hanno sempre probabilita'
di "collassare" in accordo con il principio di indeterminazione?
>> Nei prossimi giorni lo leggero' con molto interesse, ti ringrazio! (se
>> le risposte a cose che ho scritto in questa mail dovessero essere gia'
>> contenute nel tuo documento, fai come se non le avessi chieste, e in
>> caso ti ridomandero' tra qualche giorno se non riesco ad arrivarci)
> Alcune cose ci sono di sicuro.
> Comunque possiamo riparlarne quando l'avrai letto.
> Buon divertimento :)
>
Il weekend scorso ho viaggiato in treno per un paio d'ore e il documento
sui fotoni mi ha accompagnato! :-)
Come forse prevedevi mi sono concentrato sulla seconda parte, perche' in
questa fase mi interessa soprattutto una "caratterizzazione" dei
fotoni... e perche' sono un po' arruginito sulla termodinamica (e non so
praticamente nulla di fisica statistica) da cui prende le mosse la prima
parte piu' "storica" diciamo :-( ...ma non mi arrendo, solo rinvio la
lettura della prima parte :-)
A pag 19, quando fai vedere che un fotone non ha necessariamente energia
ben definita, scrivi:
"[...] una transizione a un livello inferiore, di frequenza (nominale) v
conterra' N cicli [...]" quindi l'incertezza relativa [...]"
Cosa vuol dire che una transizione contiene dei cicli alla frequenza di
oscillazione del livello di destinazione? E perche' si riflette in quel
modo nell'incertezza relativa della frequenza del fotone emesso? Il
fatto che l'energia del fotone non sia ben definita non si puo'
"liquidare" dicendo che il tempo di decadimento ha una distribuzione di
probabilita' e quindi per heisenberg la frequenza del fotone sara'
distribuita di conseguenza? O forse tu lo stavi spiegando con un punto
di vista piu' classico? Ma non riesco a coglierlo... :-(
Grazie
Ciao
Andrea Barontini
Received on Mon Jun 14 2010 - 23:59:33 CEST
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