Re: Campo elettromagnetico associato ad un elettrone
Ringrazio per le chiare risposte; cercher� di procurarmi il libro 'La fisica
di Berkeley' (casa editrice o titolo originale?).
Alla luce delle risposte che mi hai dato, sembra lecito affermare che la
quantit� totale di campo magnetico, essendo uguale alla carica, �
indipendente dalla velocit� V dell'elettrone; a velocit� uniformi di valore
pi� elevato corrispondono: i) una minore ampiezza dell'intervallo temporale
in cui � h(t)>0, e ii) valori pi� elevati di h(t) con modalit� tali da
fornire la costanza del doppio integrale.
Se questa deduzione � vera, allora per qualsiasi valore piccolo a piacere
della velocit� della carica elettrica, esiste un campo magnetico positivo
all' interno dello spazio illimitato per (Z, Y) e limitato per X :
x-d1<X<x+d2, dove x � la posizione dell'elettrone sulla traiettoria. Il
punto di misura P pu� rimanere all' interno di questo spazio (x,y,z) per un
tempo grande a piacere. L'intervallo di esistenza in X del campo positivo
dovrebbe avere un valore indipendente dalla velocit� V (e di ampiezza pari a
d1+d2; forse d1=d2) . Ci� fornisce una visione limite di natura statica o
quasi statica per il campo magnetico complessivo, equivalente alla carica e.
(Corollario: anche il valore della corrente in un conduttore � allora
indipendente dalla velocit� degli elettroni contrariamente a quanto si pu�
intuitivamente immaginare.)
Tornando ad e, i valori istantanei di h(t) dovrebbero dipendere dalle
velocit� relative: se P si muove parallalamente ad e, e con la stessa
velocit�, il campo magnetico visto da P � in ogni istante nullo. Ma se
questo fosse vero sarebbe in contrasto con la realt� di due correnti
uniformi di uguale intensit� e parallele, che sappiamo invece dotate di
reciproca forza attrattiva (trascuriamo la repulsione elettrostatica). Come
stanno le cose?
Infine, sperando di non abusare, non mi risulta - per non averlo mai letto -
che la carica elettrica sia soggeta ad effetti relativistici come avviene
alla massa in moto.
Tutto quello che chiedo ha per me uno scopo (di natura amatoriale): sto
tentando di riprodurre in modo molto, molto limitato alcuni dei
comportamenti di base delle interazioni protone/elettrone e la stabilit�
dell'atomo di H (il riferimento � il modello di Bohr).
Cordiali saluti. Alvaro.
>> Penso in concreto ad un elettrone che segue una traiettoria rettilinea
>> con velocita' uniforme V e mi chiedo quale puo' essere il valore h(t)
>> del campo in un punto P esterno alla traiettoria.
>L'argomento si trova trattato in tutti i libri di elettromagnetismo
>avanzato, e anche in molti a livello di biennio univ.
>Esempio: "La Fisica di Berkeley", vol. 2, parte 1.
>
>> Mi sembra plausibile affermare che il valore istantaneo del campo h(t)
>E' giusto, a parte il fatto (a prima vista incredibile) che il campo e'
>massimo proprio all'istante che dici, senza trascurare il ritardo.
>
>> Non riesco ad immaginare invece il suo andamento temporale generale
>> (impulsivo o distribuito tra +/- infinito?).
>Il campo varia in modo regolare: cresce fino al massimo, poi decresce a
>zero.
>
>> carica medesima (e nel mio esempio dell' elettrone).
>Vero. Lo puoi ricavare dalle eq. di Maxwell.
>Il primo integrale e' la corrente che attraversa il cerchio passante per
>P e col centro sulla traiettoria dell'elettrone. In questa corrente devi
>contare sia quella prodotta dall'elettrone sia la corrente di
>spostamento.
>L'integrale nel tempo della corrente e' la carica dell'elettrone.
>Se guardi le cose per bene, vedi che quando l'elettrone atraversa il
>cerchio, il flusso della corrente di spostamento ha una discontinuita',
>che e' compensata dal fatto che proprio in quell'istante c'e' anche la
>corrente di "convezione" dell'elettrone.
>E' un caso particolare della scoperta di Maxwell: per far tornare le
>cose occorre introdurre la corrente di spostamento come sorgente di
>campo magnetico!
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Received on Wed Aug 25 1999 - 00:00:00 CEST
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