In data 13 Jul 1999 15:08:41 +0200, Fabio Ceccarelli ha scritto sul
newsgroup it.scienza.fisica:
-----omissis-----
>piani (la tridimensionalit� la si percepisce grazie al movimento... che �
>legato al tempo).
Ciao,
ottimi e corretti ragionamenti sulla possibilita' di rappresentare la
realta' fisica attraverso un possibile modello geometrico e
matematico, i quali ragionamenti, secondo me, conducono tutti
inesorabilmente al modello geometrico/fisico bidimensionale a quattro
variabili, chiamato "continuum delle accellerazioni" (la doppia elle
e' voluta).
Infatti la cosiddetta bidimensionalita' e la cosiddetta
monodimensionalita' da te osservate, sono da te percepite proprio ed
esclusivamente grazie al movimento, cioe' grazie al postulato
dell'esistenza del moto, inteso come variazione di una configurazione
geometrica identificata e quantificata attraverso i differenziali
delle coordinate di posizione spaziale causati e generati dal moto
stesso.
Quanto tu dici, secondo cui occorrono "n+1" dimensioni per osservare
"n" dimensioni, non e' assolutamente una novita' ma e' gia' ben
espressa nella geometria classica e riportata nei libri di geometria
descrittiva.
Un piano O(x,y), cioe', lo percepisci perche' tu ti poni come
osservatore spaziale fisso su di un terzo asse delle zeta, detto
appunto asse personificato, da cui osservi la retta generatrice del
piano che si muove generando dei differenziali di posizione spaziale;
la linea O(x) la percepisci perche' tu, osservatore piano fisso,
ponendoti sull'asse (appunto personificato) delle y, osservi il punto
P sulla retta O(x) che e' dotato di movimento e muta in conseguenza la
sua posizione spaziale al variare della sola variabile x; il volume
O(x,y,z) lo percepisci perche' tu, osservatore fisso, ti poni in un
altro sistema di riferimento fisso O'(x',y',z') costituito da te
stesso osservatore (cioe' sistema di riferimento volumetrico
personificato) ed osservi una superficie appartenente ad O(x,y,z)
muoversi solidalmente con O(x,y,z) in movimento e questo moto genera
dei differenziali dx', dy' dz' nelle tre variabili di posizione
spaziale del tuo riferimento fisso personificato O'(x',y',z') che
identificano e quantificano il volume osservato per effetto del moto
di O(x,y,z)...;-)
Eventualmente puoi pensare che tu, anziche' rappresentare un sistema
di riferimento spaziale volumetrico personificato, cioe' quello fisso
O'(x',y',z'), te ne stia sull'asse "t" dei tempi personificati del
continuum spaziotemporale e cosi' mantieni inalterato il tuo modello
secondo cui in una realta' ad "n+1" dimensioni sono osservabili "n"
dimensioni.
La mia modesta opinione, pero', e' che esistano nel mondo fisico
esclusivamente due realta': il moto e lo spazio, il quale spazio e'
generato dal moto stesso.
Il tempo, in questo modo, non e' piu' assolutamente necessario per
quantificare il moto, poiche' si puo' dimostrare facilmente che e'
condizione sufficiente assumere un campione di moto costante come
campione di unita' di misura di tutti i moti, per ottenere una
quantificazione completamente esaustiva del moto stesso attraverso la
caratteristica della sua velocita' e la variazione della
configurazione fisica spaziale dal moto stesso generata.
La velocita', in questo caso, non e' una dimensione fisica derivata
attraverso il tempo (dall'esistenza del quale si puo' facilmente
prescindere), ma e' la caratteristica esaustiva sufficiente ad
identificare il moto e sufficiente a quantificarlo.
-----omissis-----
>Non s� voi... ma io in un' ipotesi del genere ci vedo una possibile
>giustificazione all'esistenza di Dio.
Come sarebbe bello...;-)
Avremmo risolto tutti i nostri problemi poiche' anche la nostra
intelligenza, essendo a sua immagine e somiglianza, sarebbe una divina
intelligenza...;-)
>Dategli un occhiata... e poi fatemi sapere che cosa ne pensate :-)
>
"...ed in principio era il moto ed il moto genero' lo spazio..."
ecco quello che penso; l'unico postulato che accetto e' l'esistenza
del moto...;-)
Clicca qui:
http://space.tin.it/internet/0pipiton/tempo.htm
e poi anche tu fammi sapere se ti pare che il mio modello possa
interpretare correttamente il tuo concetto di percezione delle
cosiddetti spazi multidimensionali.
>Fabio.
>
Ciao.
Claudio Pipitone
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Received on Wed Aug 04 1999 - 00:00:00 CEST