ernesto wrote:
> Per� il fatto che a seconda dell'esperimento messo in atto noi si
> debba considerare una cosa ora particella ora onda pu� andare
> benissimo per l'uso tecnico e le previsioni tecnologiche ma non pu�
> soddisfare da un punto di vista teleologico.
Teleologico? La teleologia (il termine e' piu' o meno sinonimo di
"finalismo") qui non c'entra niente.
> Logica vorrebbe che una particella non possa mai sembrare un'onda, ma
> invece un'onda, in certe situazioni, potrebbe sembrare una particella
> e colpire localmente.
Non la vedo come una questione di logica. Semplicemente noi siamo
abituati a vedere nel nostro mondo quotidiano o particelle o onde e
supponiamo che questa dicotomia rimanga netta a qualunque scala di
lunghezze. Questo tipo di estrapolazione dal noto all' ignoto di per se'
e' un procedimento del tutto sensato - si tratta dopotutto dell'ipotesi
piu' semplice - ma non e' necessariamente valido a priori. Se si trovano
robuste ragioni per abbandonare questa visione, e di ragioni ce ne sono
a bizzeffe, lo si deve fare, per quanto questo sia duro da mandare giu':
e' successo lo stesso nell'ambito delle distanze molto grandi con
l'abbandono della validita' assoluta della geometria euclidea nella Rel.
Gen.. In ultima analisi e' l'esperimento che decide, come sempre.
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Enrico Smargiassi
http://www-dft.ts.infn.it:6163/~esmargia
Received on Thu Aug 05 1999 - 00:00:00 CEST