Ancora sugli spazi multidimensionali....
Salve a tutti,
ringrazio Mauro RICCARDI e dangermouse, per aver risposto al mio primo
intervento e colgo l'occasione per invitare anche gli altri ad intervenire.
Veniamo all'argomento di questo secondo intervento.
Prendiamo un sistema di riferimento cartesiano nel piano. Come di consueto,
gli assi di questo sistema di riferimento sono ortogonali. Sull'asse delle
ordinate ci mettiamo lo spazio, su quello delle ascisse ci mettiamo il
tempo. In questo sistema di riferimento, una curva sul piano S-T rappresenta
la velocit� istantanea (punto per punto) di un determinato osservatore. In
particolare, le rette, rappresentano la velocit� di un osservatore che si
muove a velocit� costante. Prendiamo in particolare il fascio di rette
passanti per l'origine. Tra tutte le rette che passano per l'origine ve ne
sono tre che destano particolare interesse: l'ascissa, l'ordinata e un'altra
che specificher� in seguito. L'ascissa rappresenta la velocit� nulla;
l'ordinata, rappresenta la velocit� infinita. La terza retta che ci
interessa � quella che coincide con la velocit� della luce. Ora, sappiamo
che tutte le velocit� comprese tra zero e quella della luce sono
ammissibili; quelle uguali o superiori a quella della luce non sono
permesse. Pertanto la regione di piano compresa tra la retta "c" (quella
della velocit� della luce) e l'ordinata, non ha alcun senso fisico. Allora a
me sorge spontaneo chiedermi: ma non � che l'asse spaziale non coincide con
l'asse delle ordinate? In altri termini � possibile che quella retta che
attribuiamo alla velocit� della luce sia in realt� il vero spazio, e che
l'asse delle ordinate sia uno spazio apparente. Ci� significherebbe che
spazio e tempo non sono ortogonali, ma quasi-ortogonali. Abbiamo cos� un
nuovo diagramma in cui, dopo aver attrbuito il tempo all'asse delle ascisse,
ne consegue che l'asse dello spazio � coincidente con la retta "c". In
realt� a noi non cambia niente, perch�, viste le velocit� basse a cui ci
muoviamo, dire che spazio e tempo sono ortogonali, o dire che sono
quasi-ortogonali, non d� nessun contributo apprezzabile. Se fossero
perfettamente ortogonali il tapporto fra il sempiano del primo quadrante e
il semipiano del secondo quadrante sarebbe unitario, in realt� ha un valore
diverso e vale: [(arctg c)/ (pi.greco - arctg c)]. Questo risultato lo si
ottiene semplicemente facendo il rapporto fra gli archi dei rispettivi
semipiani. E' facile vedere che questo valore � molto vicino all'unit�, ma
non � 1. Questa cosa fa s� che spostarsi dal secondo al primo quadrante, non
� la stessa cosa che spostarsi dal primo al secondo; c'� un'asimmetria fra
questi due semipiani che fa distinguere il passato dal futuro... una freccia
del tempo! L'asimmetria � dovuta principalmente alla velocit� della luce...
e pertanto � questo valore ben preciso di velocit� che costituisce una
specie di "barriera del tempo", cio� ci impedisce di muoverci indietro nel
tempo.
Ma cosa c'entra la quasi-ortogonalit� con l'esposizione sulle dimensioni
superiori che avevo fatto la volta precedente?
Dire che spazio e tempo non sono ortogonali, mi conferma l'idea che in
realt� il "nostro tempo" � in realt� una combinazione di dimensioni
superiori.
Infatti le tre dimensioni spaziali sono fra loro ortogonali... mentre il
tempo non � ortogonale a nessuna delle dimensioni spaziali. Questo significa
che la nostra "linea di tempo" non coincide con uno dei tre assi temporali
di riferimento (tempo 3D), ma � semplicemente una linea qualsiasi.
Per ora termino qui... ma per qualsiasi cosa (errori, esposizione confusa,
strafalcioni teorici ecc. ) rispondetemi pure. Aspetto i vostri commenti, le
vostre risposte, i vostri dubbi, e i vostri dissensi.
Un saluto a tutto il NewsGroup
Received on Mon Jul 19 1999 - 00:00:00 CEST
This archive was generated by hypermail 2.3.0
: Fri Nov 08 2024 - 05:10:41 CET