Re: Costanza del valore di c (vel. luce)

From: Giovanni <stlambda_at_box1.tin.it>
Date: 1999/06/29

On 25 Jun 1999 11:43:00 +0200, athanor_at_x-xtin.it (Pipitone Esp.
Claudio) wrote:

>Vorrei, cioe', esaminare la formula che nel mio precedente messaggio
>era indicata, nel mio dettaglio, come la formula (6) ottenuta
>sostituendo nella (2) X=cT ed applicando la solita omologa relazione
>V'=X'/T' fra la (2) e la (3).
>Cosi' facendo si ottiene appunto la (6), nel dettaglio del mio
>precedente messaggio, che ti riporto quindi nuovamente qui di seguito
>per tua comodita':
> (c-V)
> V' = X'/T' = ---------- = ? (6)
> (1-V/c)
>
>Questo e' il passaggio algebrico critico che non deve essere
>allegramente saltato, secondo me.
>Infatti anche seguendo le tue stesse parole:
>

>>Ossia, quando l'evento in esame e' la propagazione di un raggio di
>>luce, entrambi gli osservatori misurano la stessa velocita' c.

>
>Non mi pare; perche' dai per scontato V'=c, proprio nel caso
>dell'emissione di un segnale luminoso, saltando anche tu i passaggi
>come solitamente viene fatto nei libri ed invece non mi espliciti bene
>tutti i passaggi?
>Infatti sostituendo V=c nella (6) si ottiene:

Ma e' gia' qui che ti sbagli !
La "V" non ha niente a che vedere con la velocita' del raggio
luminoso, "V" altro non e' che la velocita' relativa tra i due
osservatori O e O' !!!

>
> (c-c) 0 0
> V' = X'/T = --------- = -------- = ----
> (1-c/c) (1-1) 0
>

Cosi' non e' vero che:

V' = X'/T'

Anzi, V' (con apice) non e' nemmeno stata definita nel nostro
problema, esistendo solo V, senza apice, che, ripeto, e' la velocita'
tra gli osservatori O e O'.

Per l'osservatore O, il raggio di luce percorre un tratto X nel tempo
T alla velocita' della luce c, infatti come scrivi anche tu:
X=c T.

Che cosa osservera' invece O' ?

Riprendiamo la (6):

> (c-V)
> V' = X'/T' = ---------- = ? (6)
> (1-V/c)
>

(c-V) (c-V)
----------- = ------------
(1-V/c) (c-V) / c

e ancora:

(c-V) (c-V)
------------ = ---------- c
(c-V)/c (c-V)

semplificando i due termini uguali della frazione, rimane c

cioe':

X'/T' = c

Cioe', laddove O vede che il raggio di luce percorre un tratto X in un
tempo T, O' vede, dal suo punto di osservazione (o sistema di
riferimento) che si muove di velocita' V rispetto a O, che il raggio
di luce percorre X' in un tempo T', e quindi, faccendo appunto il
rapporto fra X' e T', ricava la velocita' del raggio di luce, che e'
ancora c.
Il fatto che nei passaggi algebrici la V sparisca, significa che
quando per evento si considera la propagazione della luce, essa ha la
stessa velocita' per ogni osservatore *indipendentemente* dalla
velocita' dell'osservatore.

Ora ti ho esplicitato tutti i passaggi uno per uno.
Come vedi non si arriva affatto alla forma:

 0
---
 0
Se rileggi il mio post precedente, avevo ben distinto i due casi.
1) quello da te proposto:  X= c T
2) il caso in cui la velocita' relativa tra gli osservatori O e O'
tende a c.
Tu confondi i casi (1) e (2).
Nel caso (2) effettivamente bisogna parlare di LIMITE di V che tende a
c.
Ma cio' e' giustificato: V e' la velocita' relativa degli osservatori,
non del raggio di luce !
>Debbo dissentire dalla tua conclusione, per le ragioni che ti ho
>nuovamente esposto nel presente messaggio, fintantoche' non sara'
>chiarito quanto ho evidenziato.
>Ciao.
>
>Claudio Pipitone
Spero che la questione ora si sia finalmente chiarita.
Ciao
Giovanni
Received on Tue Jun 29 1999 - 00:00:00 CEST

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