Re: Paradossi della MQ Era:Re: Esiste il Demiurgo?

From: Gianni Comoretto <comore_at_arcetri.astro.it>
Date: 1999/06/16

ernesto wrote:

> "Se avesse letto il libro saprebbe che, a differenza di Schild
1) Ho letto il libro. L'ho riletto in punti specifici oramai N volte
(con N >> 1) nei punti indicatimi da Cassani, ma oramai dispero di
trovarci un senso. Mi consola il fatto che tutti i fisici che hanno
avuto la pazienza di farlo sono arrivati alle mie conclusioni.

> nella mia interpretazione dello spazio-tempo discreto, io considero
> che le uniche velocita' presenti sono le velocita' di propagazione
> delle perturbazioni di struttura del reticolo. E non quelle dei corpi,
> come invece Schild pensava.

Parlare di velocita' di perturbazioni o di corpi e' irrilevante se si
vuol fare realtivita' ristretta.

Occorre che il reticolo sia INVARIANTE (senza deformazioni) se
visto da un sistema di riferimento differente.

> (E come puo' ben constatare chiunque ben due editori si sono gia'
> presi la briga di pubblicare le varie edizioni del mio libro, per un
> totale di 20.000 copie ed in corso la pubblicazione in inglese negli
> USA)

La cosa mi fa piacere per il Cassani, ma e' irrilevante ai termini
dello stabilre se quel che c'e' scritto abbia senso.
 
> E che queste perturbazioni sono possibili solo se si adattano in
> termini relativistici discreti alle trasformazioni di Lorentz. E che
> questo e' possibile solo se si rende elastico il quanto di tempo T.

La cosa mi risulta quantomeno oscura. Cosa significa che il quanto di
tempo e' elastico? Perche' quello di tempo si' e gli altri no?
Siamo in uno spazio di Minkowski o no? Se si', non esiste un
quanto di tempo, esistono quanti di spaziotempo. Il "tempo" per
me non lo e' per un altro osservatore che si muova rispetto a me.

Comunque questo puo' servire a pensare ad onde elastiche nello
spazio. Ma NON a permettere ad un reticolo di essere invariante per
equazioni di Lorentz (diofantizzate o meno).

> E questo poi rende elastico il reticolo, che puo' quindi assumere
> ogni orientazione nello spazio, divenendo cosi' del tutto isotropo.

Il problema non e' quila sua isotropia nello spazio tridimensionale
(che gia' e' comunque un problema), quanto la sua invarianza per
rotazioni nel piano X-T.

-- 
Gianni Comoretto      			Osservatorio Astrofisico di Arcetri 
gcomoretto_at_arcetri.astro.it		Largo E. Fermi 5 
http://www.arcetri.astro.it/~comore	50125 Firenze - ITALY
Received on Wed Jun 16 1999 - 00:00:00 CEST

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