Obiezione a Feynman su gravita'.
Recentemente ho proposto, nel messaggio "Newton ingannato dalla mela",
un modello della gravita' basato su una forza repulsiva anzicche'
attrattiva.
Mi e' stato fatto notare che Feynman aveva discusso un modello simile,
mostrandone pero' un limite che lo rende inaccettabile. In un
messaggio di M. Riccardi mi e' stato accennato questo limite, ma mi
sono anche premurato di leggere direttamente Feynman.
Ho trovato innanzitutto che il mio modello e' piu' definito di quello
discusso da Feynman; poi ho riflettuto sulla sua conclusione, che e'
che in un tale modello le masse orbitanti verrebbero frenate dalle
particelle repulsive, e a lungo andare rallenterebbero, cosa che non
e' stata rilevata.
Poiche' non sono d' accordo con questa conclusione, in quanto penso
che questo problema, se esiste, c' e' anche nel modello convenzionale
della gravita', desidero manifestare, e possibilmente discutere, le
mie considerazioni in merito.
Innanzitutto chiarisco qualche dettaglio del mio modello, perche'
forse qualche suo aspetto puo' non essere stato intuito.
Ogni massa, a causa del suo effetto schermante, e' circondata da una
zona d' ombra di sua pertinenza, in cui la radiazione repulsiva e'
attenuata con legge che dipende da massa e distanza ( voglio ricordare
che la radiazione repulsiva investe le masse da tutt' intorno,
attraversandole parzialmente in relazione alle masse stesse ). Questa
zona d' ombra si estende fin dove la velocita' di propagazione le ha
consentito di arrivare, e ovviamente le "ombre" delle le masse si
intersecano, con effetti risultanti. In un punto qualsiasi dell'
universo l' ombra di pertinenza di una certa massa, ovunque altro
collocata, e' diversa da zero (ombra = attenuazione della radiazione
repulsiva), fatta salva la velocita' di propagazione, e cio' si puo'
anche dire con il linguaggio della probabilita'.
Le ombre delle masse coincidono con quelli che convenzionalmente
chiamiamo campi gravitazionali, dove, in qualunque punto dell'
universo, esiste una probabilita' diversa da zero di trovare un
gravitone di pertinenza di una certa massa ovunque altro collocata
(fatta salva la velocita' di propagazione ).
E' conveniente, per comodita' di linguaggio, introdurre il termine
"repulsone" per indicare la particella trasportatrice di questa
radiazione repulsiva; di essa possiamo assumere che sappiamo cio' che
sappiamo del gravitone ( se ha massa, a che velocita' si muove etc.).
Consentitemi di usare questo termine da ora in poi.
Quanto alla probabilita' di trovare gravitoni o repulsoni generici in
un qualunque punto dell' universo, essa e' la stessa; quanto alla
probabilita' di trovare gravitoni di pertinenza di una certa massa,
essa e' l' inverso della probabilita' di trovare un repulsone
proveniente dalla direzione di quella massa.
Il repulsone esercita la sua azione nella direzione del suo moto.
Feynman dice che, fatto nullo l' effetto dei repulsoni al centro di
massa del sistema solare, la terra si troverebbe ad incontrarne una
maggiore quantita' nella direzione del suo moto.
Questo puo' essere vero.
Poniamoci nel modello convenzionale della gravita'.
Il centro di massa del sistema solare ha un campo gravitazionale
risultante che interessa una certa zona dell' universo ( fin dove e'
arrivato a causa della sua velocita' ), ovvero in ogni punto di questa
zona la probabilita' di trovare un gravitone di pertinenza di questo
sistema e' diversa da zero; sull' orbita terrestre questa probabilita'
non e' trascurabile, tanto che la terra sta in orbita. Sia davanti
che dietro alla terra, sull' orbita, transitano gravitoni di
pertinenza di questo sistema, in andata e ritorno (scambio) da altre
zone dell' universo.
Analogamente, pertanto, la terra si troverebbe ad incontrare una
maggiore quantita' di gravitoni nella direzione del suo moto, e cio'
eguaglia le due situazioni esaminate.
Questo annulla il limite visto da Feynman.
Qui si potrebbe obiettare che l' interazione del gravitone potrebbe
essere l' opposto di quella del repulsone: questo significherebbe solo
che la terra si troverebbe a compiere il lavoro non per fronteggiare i
gravitoni davanti, ma per allontanarsi da quelli che si lascia
dietro.
Se e' vero che la terra non rallenta, un problema di bilancio
energetico da discutere rimane in entrambi i casi.
Nulla vieta di attribuire ai repulsoni altri fenomeni osservati, come
l' interazione con la radiazione elettromagnetica e la cosiddetta
deformazione dello spazio.
Queste mie considerazioni hanno fatto riferimento soltanto allo
scenario utilizzato da Feynman per decretare la non applicabilita' del
modello repulsivo.
Perche' disdegnare di considerare un modello repulsivo?
Intanto a me continua a sembrare che puo' essere per lo meno accettato
come quello attrattivo. Inoltre, poiche' il moto predominante su larga
scala nell' universo sembra portare all' espansione, un modello
repulsivo si adatta meglio; esso spiega anche le tendenze locali all'
aggregazione della materia, all' interno dei fronti degli equilibri
gravitazionali.
Inoltre il gravitone e le onde gravitazionali non li abbiamo ancora
beccati, e un modello repulsivo aprirebbe altri orizzonti di ricerca.
Il repulsone potrebbe rivelare parentele con mediatori di forze gia'
unificate.
Spero che vogliate dare un contributo a questa discussione, a
qualunque livello.
Saluti a tutti. Antonio
Received on Tue Jun 08 1999 - 00:00:00 CEST
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